Una legge che potrebbe cambiare la vita a migliaia di famiglie e un milione di persone. Proposta dalla senatrice M5S, Simona Nocerino, per sostenere, anche in Italia, la figura del caregiver. La persona che, all’interno del nucleo familiare, si dedica alla cura e all’assistenza del parente non autosufficiente. Perché affetto “da patologie invalidanti, anche croniche o degenerative” o, più semplicemente, non più in grado di provvedere a se stesso per ragioni di età.
DIRITTI SACROSANTI – Un’iniziativa di civiltà per colmare un vulnus. “L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa dove non ci sono sufficienti tutele, soprattutto da un punto di vista previdenziale, per la persona che assiste un proprio parente disabile o malato”, spiega, infatti, la Nocerino. Ma che cosa prevede nel dettaglio la sua proposta? Se la figura giuridica del caregiver familiare è già stata riconosciuta da una legge del 2017, è rimasta tuttavia incompiuta “la normazione dei diritti” che da questro riconoscimento derivano. Ed è proprio questo l’obiettivo che il testo dei Cinque Stelle si prefigge. Stabilendo, innanzitutto, che la qualifica di caregiver preclude agli altri familiari lavoratori, fatta eccezione per i genitori, di godere delle agevolazioni previste dalla legge 104 (che dà diritto a permessi retribuiti su base mensile per assistere il congiunto non autosufficiente), in relazione allo stesso familiare. Ma non è tutto. Al caregiver è riconosciuta “la copertura a carico dello Stato dei contributi figurativi riferiti al periodo di lavoro di assistenza e cura effettivamente svolto, equiparati a quelli da lavoro domestico, che vanno a sommarsi ai contributi da lavoro eventualmente già versati”. Oltre alla possibilità di “accedere al pensionamento anticipato al raggiungimento di trenta anni di contributi, sommando ai contributi da lavoro eventualmente già versati quelli figurativi versati dallo Stato per l’attività di caregiver familiare”. E non finisce qui. Al caregiver familiare vengono accordate anche “le tutele previste per le malattie professionali e per le tecnopatie tabellate”.
DOPPIO LAVORO – Un’ulteriore disposizione punta a conciliare l’attività di assistenza familiare con quella lavorativa eventualmente svolta dalla persona designata alla cura del congiunto non autosufficiente. Attraverso la concessione del telelavoro o del lavoro agile in favore del caregiver familiare, prevedendo l’obbligo a carico dell’azienda di consentire il passaggio a mansioni che possano essere espletate con tali modalità di impiego.