Un errore marchiano. Anzi no, i soldi c’erano, ma non si vedevano. Tecnicamente “non erano presenti nell’allegato dell’articolato a valere sulla missione 12, programma 2, titolo I del bilancio di previsione finanziario”. Questa, almeno, la giustificazione data negli uffici della Commissione regionale Bilancio. Nell’era della semplificazione e della sburocratizzazione, si ricorre ancora una volta a una complicazione che non convince nessuno. Ma che ha solo il sapore di un dietrofront, per evitare la peggiore delle figuracce. Resta il danno, che solo l’informazione di questo giornale ha evitato.
Dopo i nostri articoli la Regione Campania ha rifinanziato il fondo da mezzo milione di euro per le donne vittime di violenza di genere
È soltanto dopo che La Notizia ha resa nota l’omissione della Regione Campania di rifinanziare il fondo da mezzo milione di euro per le donne vittime di violenza di genere, a cui è stato aggiunto un anno fa uno stanziamento di 150mila euro per gli orfani di femminicidio, che questa voce di spesa è ricomparsa, malgrado l’opera di qualche “manina” che aveva cassato il testo. Con l’approvazione, ieri sera in Commissione bilancio, di un doppio emendamento di M5S e Pd, è stato infatti rifinanziato il fondo introdotto per la prima volta nel 2017, con una legge sulla quale tutti, anzi tutte le ex o attuali componenti del parlamentino regionale vollero metterci la firma. Dalle piddine Bruna Fiola, Rosa D’Amelio e Enza Amato, alle esponenti di Forza Italia Loredana Raia, Flora Beneduce, Maria Grazia Di Scala e, passando per Maria Ricchiuti dell’Udc e per l’allora capogruppo del M5S Valeria Ciarambino.
Una legge che introduceva un fondo grazie al quale i Centri antiviolenza regionali hanno potuto mettere in piedi più di un’iniziativa a sostegno dell’emancipazione di donne preda delle peggiori forme di violenza fisica e psicologica. Ancora poche le vittime che, grazie a questo contributo, sono riuscite a liberarsi dei loro aguzzini o che hanno trovato il coraggio per rifarsi una vita, ma comunque una percentuale che dà speranza. Come lo è, per diversi ragazzini, quel sostegno mensile finanziato col fondo per gli orfani di donne assassinate. Il taglio dei finanziamenti per queste finalità, a fronte di feste di piazza e sagre del caciocavallo che ogni anno continuano beneficiare di fondi a pioggia, avrebbe rappresentato un’autentica beffa, resa ancor più grave nella stagione segnata dall’atroce omicidio di Giulia Cecchettin.
Con i 500mila euro del Fondo decine di donne si sono salvate rendendosi autonome economicamente
Due gli emendamenti presentati, per reintrodurre il finanziamento e tendere di nuovo una mano alle vittime di ogni violenza. Il primo, a firma dei tre consiglieri in quota “azzurra” del Movimento 5 Stelle, Gennaro Saiello, Vincenzo Ciampi e Michele Cammarano. “I recenti eventi di cronaca – si sottolinea nel testo dell’emendamento a firma 5S – dimostrano che non può assolutamente diminuire l’attenzione verso l’esigenza di garantire alle donne vittime di violenza e al loro figli l’accoglienza, l’assistenza psico-fisica e il sostegno socio-economico. Si tratta di una battaglia da condurre anche sul piano culturale, che richiede un impegno costante a cui garantire una continuità finanziaria”.
Un emendamento che è stato accorpato a quello di una esponente della maggioranza, la consigliera Fiola, tra le animatrici delle legge del 2017. Che prova comunque a gettare acqua sul fuoco delle polemiche, rifugiandosi nel tecnicismo. Per la Fiola, infatti, la legge era stata sì rifinanziata, dunque “in programma a bilancio”, ma “non era né nell’articolato né nell’allegato, ma in un altro capitolo di bilancio”. Se così fosse, perché allora presentare un emendamento con il quale chiedere la reintroduzione di un finanziamento che, a detta della stessa consigliera Pd, era già presente?
Tant’è che il finanziamento è ricomparso ed è stato reinserito nel testo che andrà in aula giovedì 21 dicembre. Ed è quello che più conta. Con grande sollievo delle associazioni e dei centri antiviolenza regionali, che continuano a registrare decine di segnalazioni al giorno. “Grazie al fondo regionale abbiamo consentito a decine di donne di acquisire una propria autonomia economica, oltre a una autodeterminazione”, rivela Daniela Santarpia, presidente della Cooperativa Eva, che raggruppa cinque centri antiviolenza e tre case rifugio.
“Su un centinaio di richieste – rivela Santarpia – sono almeno 50 le donne che con quei soldi hanno potuto permettersi un’auto per andare al lavoro, pagare la retta degli gli asili nido per i propri figli, pagarsi corsi di formazione professionale e uscire da un circuito di dipendenza. Perdere quel finanziamento sarebbe stata una perdita enorme per tantissime donne a cui stiamo dando una grossa mano a uscire definitivamente da un circuito di violenza e di dipendenza”.