Avanti con la flat tax ma progressiva, come chiede da settimane il Movimento 5 Stelle. Parola del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Dopo gli attriti dei giorni scorsi con il partito guidato da Luigi Di Maio, il responsabile di Via XX Settembre ha dato il suo via libera alla flat tax in versione pentastellata spiegando: “Per me concettualmente va bene. Prima di diventare ministro ne ho anche scritto a favore. Ovviamente si deve mantenere quella progressività che è anche nel dettato costituzionale”.
Sostanzialmente si tratta di un stop alle istanze portate avanti dalla Lega che chiede una tassazione piatta (senza alcuna progressività) e un’apertura alle istanze del Movimento 5 Stelle che punta a un alleggerimento del carico fiscale mirato sul ceto medio, senza fare regali ai ricchi. Il ministro dell’Economia ha sottolineato la differenza che corre tra un abbassamento generalizzato della pressione fiscale e la riduzione delle tasse solo per alcune categorie. Infatti per Tria il primo scoglio è rappresentato dall’incostituzionalità della tassa piatta immaginata da Salvini, visto che la previsione costituzionale dell’articolo 53 dispone esplicitamente che “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
Quindi è inimmaginabile che tutti i contribuenti, a prescindere dal reddito, siano chiamati a pagare la stessa quantità di tasse. Il secondo dubbio sollevato dal ministro dell’Economia riguarda la quantità di risorse necessarie a mettere in pratica quanto chiesto da Matteo Salvini. Infatti l’introduzione di un’aliquota unica per tutti i redditi, secondo Tria, non si può fare: “per problemi di stabilità finanziaria dovrebbe essere posta ad un livello abbastanza elevato”.
Una scelta, quest’ultima, che sarebbe in aperto contrasto con l’attuale normativa che prevede una no tax area per i redditi fino a ottomila euro. Il ministro dell’Economia ha infatti sottolineato che “occorre ridurre il numero delle aliquote in modo progressivo”. Per Matteo Salvini la flat tax va fatta “in fretta e bene. Chi rallenta la riduzione delle tasse non danneggia Salvini o la Lega ma l’Italia. Se ne è parlato anche troppo”.
Sul fronte della tenuta dei conti pubblici, aspetto fondamentale per pensare di poter mettere mano a qualsiasi tipo di alleggerimento fiscale, Tria ha evidenziato che “Non c’è il rischio” di una patrimoniale. “Io personalmente e concettualmente sono molto contrario. In Italia colpirebbe tutto il patrimonio immobiliare – ha proseguito il ministro dell’Economia – colpirebbe al cuore i risparmi italiani e avrebbe un impatto distruttivo su crescita e consumi. Solo parlarne crea una tale incertezza che fa un danno forte all’economia”.
Tria ha poi rassicurato che l’Italia non è in recessione “siamo in presenza di un rallentamento e speriamo che nella seconda parte dell’anno si rafforzino segnali di ripresa” ma sono “possibili” rischi che invece il rallentamento dell’economia prosegua.