Carcere, sequestri, multe agli acquirenti, ed etichette parlanti dotate di Qr code per verificare la filiera di produzione sono solo alcune delle norme che il Movimento 5 Stelle ha pensato per la tutela dei prodotti fatti in Italia, pecorino compreso. La proposta di legge per l’istituzione del marchio 100% Made in Italy punta rendere più complessa la vita a chi spaccia fraudolentemente come prodotti in Italia, beni che con il nostro paese hanno poco o nulla a che fare, tutelando, recita all’articolo 1, la norma scritta dalla deputata Maria Laura Paxia, “i prodotti costituiti o derivati esclusivamente da materie di origine italiana e i cui procedimenti di produzione e di lavorazione siano interamente svolti nel territorio nazionale”.
Nel mirino del legislatore ricadono principalmente tutti quei comportamenti illeciti che hanno ad oggetto: la contraffazione, l’alterazione o l’uso di segni distintivi o di indicazioni geografiche di denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, con qualsiasi strumento ciò avvenga, incluso il web. Per rendere più stringenti queste disposizioni, la proposta della deputata Paxia modifica ben 10 articoli del codice penale, inasprendo le sanzioni per chi abusa della dicitura Made in Italy, prevedendo pene che possono arrivare fino a 10 anni di reclusione e 200 mila euro di multa. Tra le novità spiccano, la previsione che le sanzioni siano aggravate se le violazioni sono fatte “tramite l’utilizzo del web”, e il fatto che si colpiscano anche quei soggetti che mettono in vendita o in circolazione il finto Made in Italy anche sui mercati esteri.
Per semplificare la tracciatura dei veri prodotti italiani è stata studiata l’introduzione di etichette con Qr code per tutti i prodotti messi in commercio sul territorio nazionale. Inoltre si punta a cambiare anche ad aggravare le sanzioni vigenti in materia di incauto acquisto, cioè quando un soggetto compra merci “che per la loro qualità o per la condizione di chi la offre o per l’entità del prezzo, devono dare adito a sospetti circa l’illecita provenienza”, tale disposizione è attualmente punita con una multa non inferiore a 10 euro, mentre la proposta di legge vuole innalzare tale cifra a 100 euro. Per aumentare il potere dissuasivo delle disposizioni, la Paxia, vuole cambiare anche la legge doganale, a cominciare da quella in materia di tabacchi, portando da 10 mila lire a 5 mila euro la multa per il contrabbando di sigarette e innalzando le pene detentive dagli attuali 2-5 anni, fino a 3-6 anni.