Ha fatto scalpore – e francamente ci stupiamo del motivo – la notizia che il neo Ad Rai Carlo Fuortes abbia pensato di collocare una striscia di informazione nella fascia 20:30-21:30 su Rai 3. Si tratterebbe di uno spin-off del domenicale Mezz’ora in più e la conduzione sarebbe appunto affidata a Lucia Annunziata. Ciò che più ci ha stupito è che tanti giornalisti abbiano avuto da ridire sul fatto che un’azienda di servizio pubblico volesse privilegiare una striscia di informazione spostando una fiction.
Partendo dal presupposto che cambiare orario a una serie tv non sarebbe un danno enorme e che i fan si adeguerebbero, sorprende l’avversione a questa decisione, visto che una delle missioni della tv di Stato è proprio quella di allargare il più possibile lo spazio informativo e, al contempo, di contrastare la concorrenza privata nelle fasce più appetibili. Semmai chi ha criticato l’operazione avrebbe dovuto meravigliarsi del contrario, ovvero come mai la Rai lasciasse via libera a La7 e a Rete 4 in uno spazio pregiato come l’access prime time.
Ma questo è un Paese strano dove, a volte, le logiche di faida prevalgono sul buon senso. Il Servizio Pubblico deve informare i cittadini, è quindi sacrosanto che la Rai provi questo esperimento. Il fatto poi che a condurlo sia la Annunziata rappresenta una garanzia: Mezz’ora in più è un talk ormai rodato dove tutto l’establishment finanziario e politico viene ospitato regolarmente e ne scaturiscono una valanga di titoli su agenzie e giornali. Col suo peso giornalistico e istituzionale la Annunziata può davvero dar fastidio alla concorrenza, anche se non sarà una sfida facile: da una parte Lilli Gruber è un transatlantico difficile da battere, dall’altra la concorrenza di Rete 4 con Barbara Palombelli e Veronica Gentili è particolarmente insidiosa.
A favore della Annunziata gioca tuttavia il fattore delle serialità informative, che sembra funzionare con efficacia, come dimostrato dalla fascia mattutina di Rai 3 con Agorà. Nel corso delle sue edizioni, che da settembre 2010 hanno visto avvicendarsi conduttori di spessore come Andrea Vianello, Gerardo Greco, Serena Bortone e Luisella Costamagna (nella foto), il talk non solo ha avuto il pregio di abituare il pubblico della mattina al mondo dell’informazione più hard news, ma ha anche avuto il merito di essere una sorta di nave scuola per nuovi volti della Rai.
Da più di un anno al timone c’è la Costamagna, altra giornalista dal curriculum di peso e il cui percorso professionale è indissolubilmente legato alla figura di Michele Santoro. Proprio dal gruppo Facebook di Santoro arrivano in questi giorni segnali indiretti di supporto alla Costamagna con i post di vecchie puntate di Annozero e Il raggio verde, dove la bionda conduttrice agli esordi fu protagonista di epici scontri con numerosi politici, tra cui quello indimenticabile con Marcello Dell’Utri. Bene ha fatto Santoro a riproporre questi episodi in cui già si intravedono la verve e la determinazione di Luisella. Ora la sua conduzione è per lo più seria e pacata ma la grinta e l’ironia tagliente non sono mai venute meno, spiazzando spesso gli ospiti del suo salotto. Lo spazio comunque funziona e gli ascolti ci sono.
Secondo i dati di OmnicomMediaGroup, da settembre 2020 la Costamagna ha mantenuto medie superiori ai 400mila telespettatori e share stabili tra il 7% e il 7,5%, con frequenti picchi dell’8%. Anche Agorà Extra, il nuovo approfondimento condotto da Senio Bonini, si sta comportando bene sfiorando i 300mila spettatori e tenendosi sopra il 6% di share. In un pubblico composto prevalentemente da uomini over 65 (maschi 8% di share, femmine 6,6%), spicca il target laureati con uno share del 9,2%. Dal punto di vista territoriale, boom in Molise (25,1% di share), Liguria (16,5%) e Valle d’Aosta (11,3%), cali in Abruzzo (4,6%), Sicilia (4,6%) e Puglia (4%).