“Siamo prima di tutto cittadini”; “Bisogna battersi affinché il Rassemblement National non passi”; “Bisogna votare contro gli estremisti”, da una parte. “Noi non parliamo di politica”, dall’altra. Sono i due poli opposti dell’Europeo di calcio. O dell’impegno civile di una Nazionale di calcio, se volete. Le prime tre affermazioni portano la firma di Marcus Thuram e del capitano della squadra francese Kylian Mbappé.
La Federcalcio vieta agli Azzurri di parlare di politica. TeleMeloni in campo pure agli Europei
L’ultima – il capolavoro di auto-censura – è del solertissimo capo ufficio stampa della Nazionale italiana, che ha interrotto il giocatore Davide Frattesi il quale stava per rispondere a un giornalista sull’impegno politico dei suoi colleghi transalpini. Apriti cielo: non fosse mai che un calciatore italico prenda una posizione politica, magari democratica. O che dicesse una cosa di minima decenza sociale…
Non si pretende certo la sfida lanciata dai giocatori tedeschi alle leggi omofobe del Qatar, ma qualcosa di simile ai giocatori danesi , i quali hanno rifiutato l’aumento del compenso e ottenuto che la somma andasse ad aumentare gli stipendi delle colleghe della nazionale femminile. Niente. Nada. Nicht…
Che poi magari un concetto di uguaglianza gli Azzurri te lo sparano davanti alle telecamere, con i telegiornali delle reti pubbliche a cui toccherebbe pure mandarlo in onda, all’ora di cena (ma magari no, in effetti).
E sì che l’input dai vertici della Federcalcio è stato chiaro da subito: non si parla di politica. Anzi, il povero addetto stampa probabilmente ha dovuto ricordarsi di ricordarlo ai “ragazzi” che nella tv italiana valgono solo frasi che iniziano con: “È normale che loro spingono…”; “Ci hanno messo in difficoltà ma siamo stati bravi noi a contenerli…”; “È un giocatore/allenatore/fattore importante”. Stop. Che poi, metti che Frattesi avesse detto una cosa di (dio ce ne scampi) sinistra…!
Bortone, stai… Serena
Sarebbe toccato correre a trovare un Azzurro di destra, per par condicio. Ma poi sai che casino. E che polemiche! Che poi ci si sarebbe messa anche quella rompipalle di Serena Bortone a fare la “morale democratica”. Ah no, almeno quello è un pericolo scongiurato, visto che le hanno cancellato il programma dai palinsesti autunnali della Rai (non) meloniana… Ah no, si chiama pluralismo.