Il 12 ottobre, a Napoli, nel quartiere Vomero, Roberto, 42 anni, è stato brutalmente aggredito alle spalle con inaudita violenza da quattro fascisti. Il referto medico dell’azione squadrista è di venti giorni di prognosi. Il bottino è stato il suo giubbino con una toppa antifascista. È stata questa la causa che ha scatenato la furia dei quattro aggressori che hanno approfittato dell’oscurità, della superiorità numerica e dell’effetto sorpresa per colpire alle spalle un cittadino indifeso che stava tornando a casa poco dopo le 23.
Il 12 ottobre, a Napoli, Roberto, 42 anni, è stato brutalmente aggredito alle spalle con inaudita violenza da quattro fascisti
Una violenza brutale che torna alla ribalta in tempi bui come quelli che stiamo vivendo. Ci troviamo, infatti, di fronte ad uno Stato che non ha la volontà e la forza di sciogliere le organizzazioni neofasciste. D’altra parte, che vogliamo attenderci in quest’epoca in cui un generale dell’esercito pubblica opinioni in contrasto con la Costituzione sulla quale ha giurato e che sono la terra infetta in cui si consolida il neofascismo in salsa contemporanea?
L’Italia, tra l’altro, oggi è governata da forze che hanno sempre visto nel piduismo di Gelli un modello di Stato da perseguire. Per chi non ricordasse: Repubblica presidenziale, assetto verticistico del potere, Parlamento ridotto a mero luogo di ratifica di decisioni prese in stanze di altri poteri, controllo della magistratura e dell’informazione, criminalizzazione del dissenso, stato di emergenza che diviene stato di eccezione. Il principale partito di maggioranza che esprime la presidente del Consiglio ha nel simbolo la fiamma di origine fasciste.
Per gli ottant’anni delle quattro giornate di Napoli, prima città europea a liberarsi dal nazifascismo con una rivolta di popolo anche con donne e ragazzi, il Governo ha mandato in sua rappresentanza Isabella Rauti, sottosegretaria alla difesa, figlia del missino Pino Rauti, uomo dalle origini fasciste. In questo clima tossico ed antidemocratico che si respira, lo squadrismo politico, mediatico, istituzionale, psicologico e fisico diventano armi del sistema deviato divenuto normale.
Chi dissente dalla guerra in Ucraina è putiniano, chi è per la Palestina liberata diviene fiancheggiatore del terrorismo, chi si oppone al pensiero unico è socialmente pericoloso. È l’ora di ricostruire nel Paese un forte spirito antifascista e costituzionalmente orientato. Per ora, domenica 29 ottobre, alle 11, al Vomero, a via Luca Giordano, davanti alla scuola Vanvitelli, vi sarà un presidio di solidarietà per Roberto e contro la violenza.