di Stefano Iannaccone
Una fusione tra Agenzia delle Entrate e del Territorio in nome della spending review. Ma che dopo tre anni non porta alcun beneficio alle casse statali. Anzi. Può trasformarsi in un costo a causa della mancata applicazione delle norme contrattuali a tutti dipendenti. Creando una disparità di trattamento: in tanti sono pronti ad aprire un contenzioso per aver quanto gli spetta. Più gli interessi. E il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, finge di non vedere la questione, evitando addirittura di rispondere alle interrogazioni depositate alla Camera dal deputato del Gruppo Misto, Walter Rizzetto. Il parlamentare ha lanciato una precisa accusa: “La responsabilità è del ministro dell’economia e delle finanze che dovrebbe svolgere il suo ruolo di alta vigilanza”.
MANCATI TAGLI – Il bilancio della fusione, voluta dal governo Monti nel 2012, si sta rivelando deludente sotto tutti i punti di vista. “Il provvedimento non ha comportato nessuna riorganizzazione che fosse finalizzata a garantire una maggiore efficienza della nuova struttura”, afferma Pietro Paolo Boiano, vice segretario della Dirstat, la Federazione di associazioni e sindacati del pubblico impiego. Non c’è stato infatti alcun intervento sulle funzioni né tantomeno lo snellimento delle competenze. “È avvenuta una semplice operazione addizionale, aggiungendo all’Agenzia dell’Entrate quella del Territorio, con la sola eliminazione del direttore centrale di quest’ultima”, racconta Boiano. E Rizzetto rilancia le responsabilità del governo: “È inammissibile che, nel silenzio del ministro Padoan, si stia attuando da anni una grave discriminazione nei confronti dei dipendenti dell’ex Territorio, che oltre a determinare un grave danno economico, incide sul funzionamento dell’amministrazione fiscale”. Il deputato del Gruppo Misto ricorda: “Ho denunciato questa vicenda più di sette mesi fa con un’interrogazione, di cui nel tempo ho anche sollecitato una risposta che non è mai giunta. Ho così presentato un’ulteriore interrogazione ribadendo che non è concepibile una disparità di trattamento tra dipendenti in palese violazione della legge”.
GENESI DI UN ERRORE – Il pomo della discordia, nello specifico, è l’applicazione dei contratti integrativi, che portano una retribuzione extra variabile dai 2.500 ai 10mila euro. I lavoratori dell’Agenzia delle Entrate l’hanno avuta sin dal 2009, mentre gli ex lavoratori del Territorio – pur essendo ora nella stessa società – non hanno ricevuto quei soldi. Creando una disparità che ha provocato tra gli stessi lavoratori in un clima di scontro interno. Boiano parla quindi di “fusione scriteriata compiuta per compiacere l’Unione europea per fingere di tagliare la spesa”. “E adesso – chiosa il vicesegretario Dirstat – i danni sono sotto gli occhi di tutti. L’amministrazione finanziaria è allo sfascio, non c’è stato alcun risparmio. E gioiscono gli evasori”.
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