L’ennesima polemica sulla sicurezza a Milano è scattata una manciata di ore dopo il grave ferimento di Christian Di Martino, il viceispettore delle Volanti accoltellato intorno a mezzanotte di mercoledì nei pressi della stazione di Lambrate da un 37enne di origini marocchine.
Il viceispettore è in fin di vita a Niguarda
Una violenza brutale che ha ridotto Di Martino in fin di vita: l’agente si trova in condizioni critiche ma stabili all’ospedale di Niguarda, dove è stato sottoposto ad una serie di interventi per ridurre la grave emorragia interna e preservare gli organi lesionati. Per lui la prognosi resta riservata.
L’aggressore fermato solo 4 giorni fa e denunciato
A fomentare lo scontro tutto politico sulle responsabilità, oltre all’episodio in sé, anche la scoperta che l’assalitore, H.H., 37 anni, irregolare, destinatario di un decreto di espulsione, solo il 5 maggio scorso era stato denunciato dopo esser stato fermato dalla Polfer a bordo di un treno Italo, per aver molestato dei passeggeri ed essere stato trovato in possesso di un rasoio. Inoltre, il cv criminale del 37enne è assali lungo: in Italia dal 2002 H.H. vanta diversi precedenti per reati contro le persone e il patrimonio e resistenza a pubblico ufficiale. Dal 9 giugno 2020 al 4 luglio 2023 è stato recluso nel carcere di Ariano Irpino per rapina aggravata e lesioni personali.
Le immancabili polemiche della destra sulla sicurezza
Immancabili erano arrivate subito gli attacchi della destra. Per la pasionaria della Lega, Silvia Sardone, “l’odio anti-divise alimentato dalla sinistra contribuisce a produrre aggressioni efferate come queste ai danni dei servitori dello Stato”. Che aveva poi aggiunto: “Nonostante anni di denunce riguardo la pericolosità della zona della stazione di Lambrate, popolata notte e giorno da clandestini, punkabbestia e tossici, il Comune ha sempre sottovalutato i problemi. Milano è sempre più insicura, nel totale disinteresse del sindaco e del Pd. E i risultati sono questi”.
“Il governo Meloni ha incrementato le operazioni ‘Stazioni sicure’, che stanno dando buoni risultati. Serve però anche la collaborazione del comune di Milano, al momento latitante”, aveva invece attaccato l’on. Riccardo De Corato, “Che aspetta il sindaco Sala a mettere in campo per presidiare le stazioni anche gli agenti di Polizia locale?”.
Sala: “Il governo ha fallito”
Quasi in tempo reale la risposta del sindaco Beppe Sala, che ha invece puntato il dito contro un sistema che non funziona. “I delinquenti acclarati devono essere rimpatriati e intendiamoci, il punto è: chi fa che cosa. Quindi anche il nostro governo, visto che qualche esponente dei partiti di maggioranza butta la croce addosso a Milano e a me, faccia un esame di coscienza e si chieda perché non fa il suo dovere”, ha tuonato. “Se c’è un provvedimento di espulsione il dovere è eseguirlo. Altrimenti chi ci rimette sono le forze dell’ordine o i cittadini”.
In questo caso ha aggiunto, “è chiaro di chi è la responsabilità. Questo non è un caso isolato. Qui ormai l’idea è che tanto non succede nulla e che tanto si può delinquere. Quindi ci deve essere certezza della pena e chi sbaglia deve pagare. Altrimenti sono sempre le città e i cittadini a pagarne le conseguenze e non va bene”.
L’attacco del sindaco al ministro Piantedosi
La rabbia di Sala si è diretta anche contro il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi. Per il sindaco sarebbe impossibile sapere l’esatto numero di uomini delle forze dell’ordine presenti oggi a Milano. “Se qualcuno mi chiede quanti sono gli uomini e le donne che lavorano su Milano della Polizia locale, io lo so dire. Quando si parla di altre forze dell’ordine non si sa”. “Mi piacerebbe a questo punto veramente saperlo” – ha infine concluso, “Il mio punto oggi non è tanto sulla gestione della sicurezza, quanto sulla prevenzione che passa attraverso il fatto che chi delinque deve stare in carcere”.