Se ne parla dal lontano 19 luglio 1992, data in cui è stato ucciso Paolo Borsellino, ma da quel giorno in poi l’inseparabile agenda rossa in cui il giudice appuntava nomi, date e dettagli delle indagini, è sparita nel nulla.
Una caccia al diario perduto che la Procura di Palermo non ha mai interrotto e che, secondo quanto riporta Repubblica, un mese fa ha spinto gli investigatori a perquisire le abitazioni della moglie e dalla figlia, fra Roma e Verona, dell’ex capo della squadra mobile della Questura di Palermo, Arnaldo La Barbera, quest’ultimo morto nel 2002 a seguito di una grave malattia.
Una ricerca che, secondo quanto si apprende, non avrebbe dato i frutti sperati perché l’agenda rossa non è stata trovata anche se i carabinieri nel corso delle perquisizioni hanno sequestrato numerosi documenti dall’archivio dell’ex questore.
La caccia all’agenda rossa di Borsellino non si ferma
Stando a quanto trapela, il decreto è stato eseguito con urgenza lo scorso settembre a seguito delle scottanti rivelazioni di una persona molto amica della famiglia La Barbera che ha detto di essere a conoscenza del fatto che l’agenda rossa sarebbe stata in possesso prima dell’ex capo della squadra mobile di Palermo, poi della sua famiglia.
Presunto testimone che ha rivelato ai magistrati palermitani anche di non aver mai visto il diario di Borsellino e di essersi deciso a parlare soltanto ora, dopo trent’anni dai fatti, sull’onda emotiva sollevata da diversi interventi sul tema.