L’Afghanistan è sull’orlo di una crisi umanitaria spaventosa. Migliaia di persone, secondo quanto ha riferito oggi ActionAid (leggi l’articolo), sono senza cibo e acqua. Un’emergenza senza fine che riguarda anche i diritti di donne e bambini, i più esposti dall’inizio della crisi e dal ritorno dei talebani a Kabul.
Una forte esplosione è avvenuta all’aeroporto di Kabul nel pomeriggio. Una dozzina di civili afghani, secondo le informazioni che arrivano dalla capitale afghana, sarebbero morti e altrettanti rimasti feriti. L’esplosione, ha poi confermato su Twitter il portavoce del Pentagono John Kirby, è avvenuta vicino ai cancelli di ingresso dello scalo ed è stata seguita da colpi d’arma da fuoco.
Il presidente americano Joe Biden è stato immediatamente informato. Si è trattato certamente dell’azione di un kamikaze e tra i feriti ci sono anche doversi militare Usa e britannici. Una seconda esplosione è stata avvertita poco dopo, sempre lungo il perimetro dell’aeroporto, ed è stata riferita su Twitter dall’editore del portale d’indagine afghano Etilaatroz, Zaki Daryabi. “Nel nostro ospedale portati oltre 30 feriti dalle esplosioni avvenute nei dintorni dell’aeroporto. Altre 6 vittime erano già morte all’arrivo” scrive Emergency sul suo profilo Twitter.
Un C-130 italiano, impegnato nell’operazione di evacuazione e poi atterrato a Kuwait City, è decollato tra gli spari ed è stato costretto a compiere una manovra diversiva. A bordo dell’aereo, oltre 98 civili afghani, c’erano anche alcuni giornalisti italiani, tra i quali l’inviata di Skytg24 Simona Vasta. Alcuni “colpi di mitragliatrice pesante” sono stati esplosi pochi minuti dopo il decollo e la pilota ha attuato manovre diversive. Colpi, secondo quanto è stato riferito, partiti da un pick up afgano equipaggiato con mitragliatrici e situato lontano dalla pista.
Nessun italiano, ha confermato la Difesa con una nota, è stato coinvolto nell’esplosione avvenuta all’aeroporto di Kabul: “La deflagrazione è avvenuta in un’area distante da dove stanno operando i militari italiani per le ultime fasi dell’operazione Aquila per l’ evacuazione dei cittadini afghani”. Per quanto riguarda il C-130J dell’Aeronautica rimasto coinvolto mentre era in decollo da Kabul, l’Ami ha precisato “che nessun colpo di arma da fuoco ha interessato il velivolo”.
“Il capo equipaggio dell’aereo – scrive in una nota l’Aeronautica -, come previsto dalle procedure operative ed oggetto di costante addestramento, nell’osservare dei colpi di arma da fuoco provenienti da terra e diretti verso l’alto, visibili come traccianti, ha messo immediatamente in atto una manovra evasiva per proteggere il velivolo ed i passeggeri ed evitare che, proseguendo con la rotta originaria, il velivolo potesse attraversare lo spazio aereo dove erano stati osservati i colpi traccianti. Nessun danno all’equipaggio, ai passeggeri e al velivolo è stato riportato. Il C-130 ha poi regolarmente proseguito la missione, diretta alla base aerea di Al Salem in Kuwait”.
Dopo i timori espressi da diversi Paesi tra cui Usa, Gran Bretagna e Australia, su una possibile ripresa di azioni terroristiche, anche l’Italia – a quanto si apprende da fonti italiane in Afghanistan citate dall’Ansa – è in allerta.
Draghi: “Abbiamo degli obblighi non soltanto nei confronti dei nostri cittadini”
“In quanto paesi del G20 – ha detto il premier Mario Draghi in un messaggio in occasione dell’apertura del G20 Conference on Women’s Empowerment, in corso a Santa Margherita Ligure -, abbiamo degli obblighi non soltanto nei confronti dei nostri cittadini, ma anche nei confronti della comunità globale. Dobbiamo difendere i diritti delle donne ovunque nel mondo, soprattutto dove esse sono minacciate”.
“Il G20 deve fare tutto il possibile – ha aggiunto il presidente del Consiglio – per garantire che le donne afghane mantengano le loro libertà e i loro diritti fondamentali, in particolare il diritto all’istruzione. Le conquiste raggiunte negli ultimi vent’anni devono essere preservate”.
“Non dobbiamo illuderci – ha avvertito ancora Draghi -: le ragazze e le donne afghane sono sul punto di perdere la loro libertà e la loro dignità, di tornare alla triste condizione in cui si trovavano vent’anni fa. Rischiano di diventare ancora una volta cittadine di seconda classe, vittime di violenza e di discriminazioni sistematiche, soltanto per il fatto di essere donne. Il G20 deve fare tutto il possibile per garantire che le donne afghane mantengano le loro libertà e i loro diritti”.
“L’Italia è pienamente impegnata nella lotta contro le disuguaglianze di genere – ha aggiunto il premier – e riteniamo che il G20 possa svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere le donne in tutto il mondo. Durante la Presidenza italiana, abbiamo adottato misure concrete per migliorare la posizione delle donne nel mondo del lavoro, promuovere la loro emancipazione e rimuovere gli ostacoli che frenano le loro carriere”.
“A giugno – ha ricordato Draghi – abbiamo adottato una tabella di marcia volta a raggiungere e superare l’obiettivo fissato a Brisbane, che prevede di ridurre del 25% entro il 2025 i divari di genere nel tasso di partecipazione alla forza lavoro nei Paesi del G20. La tabella comprende 17 indicatori che consentono di monitorare i progressi raggiunti verso la piena parità di genere nel mondo del lavoro. Ogni perdita di talento femminile è una perdita per tutti noi”.