I membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu in una dichiarazione congiunta sulla crisi in Afghanistan hanno chiesto “l’immediata cessazione di tutte le ostilità e l’istituzione, attraverso negoziati inclusivi, di un nuovo governo che sia unito, inclusivo e rappresentativo, anche con la partecipazione piena, equa e significativa delle donne”.
Gli stessi membri del Consiglio di sicurezza della Nazioni unite sottolineato che devono essere garantite la continuità istituzionale e il rispetto degli obblighi internazionali dell’Afghanistan, nonché la sicurezza e l’incolumità di tutti i cittadini afghani e internazionali”.
I membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sono Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti. Nel 2021 i membri non permanenti sono Niger, Tunisia, Saint Vincent e Grenadine, Vietnam, Estonia, Kenya, India, Irlanda, Messico e Norvegia. I membri del Consiglio di sicurezza hanno chiesto “la fine immediata delle violenze in Afghanistan, il ripristino della sicurezza, dell’ordine civile e costituzionale e colloqui urgenti per risolvere l’attuale crisi di autorità nel paese e per arrivare a una soluzione pacifica attraverso un guidato da un processo di riconciliazione nazionale di proprietà afghana”.
Hanno sottolineato che “una fine sostenibile del conflitto in Afghanistan può essere raggiunta solo attraverso una soluzione politica inclusiva, giusta, duratura e realistica che sostenga i diritti umani, anche per le donne, i bambini e le minoranze. Il Consiglio di sicurezza ha invitato le parti ad aderire alle norme e agli standard internazionali sui diritti umani e a porre fine a tutti gli abusi e le violazioni al riguardo”.
I membri del Consiglio di sicurezza hanno espresso “profonda preoccupazione per il numero di gravi violazioni segnalate del diritto umanitario internazionale e degli abusi dei diritti umani nelle comunità colpite dal conflitto armato in corso in tutto il paese e hanno sottolineato l’urgente e imperativa necessità di assicurare alla giustizia i colpevoli”.
Hanno sottolineato che “tutte le parti devono rispettare i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario in tutte le circostanze, comprese quelle relative alla protezione dei civili”. E, infine, hanno posto l’accento sulla “particolare situazione di vulnerabilità del personale umanitario e medico, degli interpreti e di altri fornitori di servizi internazionali”.