“Italia sì, Italia no, Italia bum, la strage impunita”, cantava Elio e le Storie Tese a Sanremo nel 1996. Quella canzone, ‘La terra dei cachi’ è uno spaccato dell’Italia, dei suoi scandali, dei suoi limiti. E “di quello che noi cittadini abbiamo dovuto sopportare per decenni… le stragi impunite”. Alessandro Di Battista ci va giù duro. “Sono passati 40 anni dalla Strage di Ustica – scrive su Facebook – e quel massacro è tuttora impunito. Nessuna verità e un popolo volutamente tenuto all’oscuro e purtroppo abituato a reprimere la rabbia allo stadio o davanti alla Tv. Su Ustica la Vox Populi è piuttosto variegata. C’è chi ritiene che siano stati i francesi che confusero il DC-9 con l’aereo di Gheddafi ma non ci sono certezze”.
“Sulla Strage di Genova – aggiunge l’ex parlamentare grillino – la Vox Populi è una sola e parla forte e chiaro: ‘è colpa di chi doveva fare la manutenzione del ponte’. Quindi di chi ha le concessioni autostradali, quindi di Autostrade per l’Italia Spa, quindi di Atlantia. Revocare non per vendetta ma per ribadire quel potere di autotutela che lo Stato ha il dovere di esercitare nell’interesse del popolo e della sua sicurezza – prosegue -. Revocare la concessione a chi per ‘incuria’, ‘omesso controllo’, ‘consapevole superficialità’, ‘brama di profitto’ è responsabile di quei 43 morti è un dovere di uno Stato che ha come obiettivo la costruzione di un’identità nazionale. Ed è un dovere che lo Stato ha non solo nei confronti dei familiari dei morti della strage di Genova ma anche nei confronti degli italiani che verranno”.
“Revocare non serve come punizione ai Benetton di ieri – conclude Di Battista – ma come monito ai Benetton di domani. Nulla può estinguere il dolore di chi ha perso un familiare o un amico a causa dell’incuria, dell’omesso controllo, della consapevole superficialità, della brama di profitto’. L’ha scritto il Presidente della Repubblica Mattarella in una lettera indirizzata ai parenti delle vittime il 14 agosto scorso, primo anniversario della Strage di Genova”. Quei parenti che chiedono solo una cosa: “Per noi conta solo la revoca”.