Afasia, cos’è la malattia che ha colpito l’attore Bruce Willis? Quali sono i sintomi ed è possibile guarire o è irreversibile?
Cos’è l’afasia, la mattia che ha colpito Bruce Willis
Nella serata di mercoledì 30 marzo, la famiglia dell’attore Bruce Willis ha annunciato il ritiro da mondo dello spettacolo dell’artista. Una simile decisione è scaturita in seguito alla diagnosi di afasia ricevuto dal 67enne.
L’afasia è un disturbo del linguaggio che si configura come la progressiva perdita della capacità produrre e comprendere frasi o parole di senso compiuto. Il disturbo insorge in seguito a lesioni che colpiscono specifiche aree della corteccia cerebrale che regolano la funzione del linguaggio.
Lo studio della patologia ha avuto inizio alla fine dell’Ottocento ed è stato avviato dal neurologo e chirurgo francese Paul Pierre Broca. Il medico, infatti, fu il primo a individuare la relazione che sussiste tra il danno al cervello e il disturbo. Con il trascorrere del tempo, è emerso che nel 90% dei casi la lesione che induce l’afasia riguarda il lobo frontale e temporale.
Le cause dell’afasia sono molteplici. Il disturbo, infatti, si manifesta in conseguenza a un altro problema di salute come ictus cerebrale, rottura di un aneurisma, tumore al cervello o trauma cranico. In rari casi, può essere causata anche dal botulismo e dalla sclerosi multipla.
L’afasia, infine, può anche avere un’origine degenerativa di natura primaria.
Quali sono i sintomi e le caratteristiche dell’afasia?
Il disturbo del linguaggio che ha colpito Bruce Willis può presentare sintomi differenti. Nel caso dell’afasia fluente o di Wernicke, ad esempio, i soggetti che ne soffrono sono in grado di esprimersi in modo articolato e fluente, usando però frasi prive di senso che includono parole sbagliate. I pazienti presentano un danno alla rete linguistica nella parete sinistra del cervello e non riescono a individuare le lacune nei loro discorsi né a comprendere i discorsi altrui.
Per quanto riguarda l’afasia non fluente o di Broca, invece, i pazienti sanno cosa vogliono esprimere ma non riescono a pronunciare le parole necessarie. Usano frasi brevi e omettono i termini più importanti e necessari per comprendere il discorso. Al contrario di coloro che soffrono di afasia fluente o di Wernicke, tuttavia, riescono a capire meglio i discorsi pronunciati dagli altri.
L’afasia globale che si origina a seguito di un ictus, poi, rappresenta la forma più grave della malattia e comporta una grave disabilità. Non si riesce, infatti, né a esprimersi né a comprendere il linguaggio altrui.
Infine, l’afasia progressiva primaria è una forma di disturbo del linguaggio che non è connessa altri eventi come ictus, tumore o trauma cranico ma rappresenta una sindrome neurologica dalla diagnosi complessa. La patologia scaturisce da una degenerazione dei centri del linguaggio che si trovano nelle aree fronto-temporali sinistre. Il disturbo progredisce lentamente e indica la prima fase di una forma di demenza. In questo contesto, il paziente inizia dapprima ad avere difficoltà a usare le parole desiderate fino a perdere completamente la capacità di comunicare.
Come si guarisce dalla malattia
In caso di danno irreversibile delle aree del cervello che agiscono sul linguaggio, l’afasia non può essere curata. La situazione, poi, risulta essere degenerativa e tradursi in perdita totale del linguaggio nei casi di demenza.
Nello scenario in cui il disturbo sia legato a un tumore al cervello, invece, gli accertamenti clinici verificheranno quali aree del linguaggio siano compresse dalla massa tumorale per poter poi valutare il modo in cui intervenire.
La patologia non può essere curata tramite terapia medica ma è possibile ricorrere alla logopedia per tentare la neuroriabilitazione.