Ricapitoliamo. Come gesto di sfregio agli avversari politici qualcuno dalle parti del governo decide di intitolare l’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi, rendendo la tratta Milano-Palermo un salto quantico da chi ha pagato la mafia (Berlusconi) e chi l’ha combattuta (Falcone e Borsellino).
Si scopre poco dopo che la santificazione aeroportuale di Silvio è stata voluta da Matteo Salvini. Il ministro nonché vice premier ha un solo chiodo fisso in testa, quello di disarticolare gli alleati di maggioranza per recuperare il terreno perduto e per non arrivare frantumato al congresso del suo partito per fine anno. In sostanza Salvini ha usato Berlusconi come randello contro Forza Italia.
A questo punto interviene nel dibattito Pier Silvio Berlusconi, di professione amministratore delegato di Mediaset ma soprattutto figlio del fondatore e leader massimo del partito azzurro. Sull’aeroporto già intitolato al padre (uno degli atti amministrativi più veloci nella storia del colloso sistema burocratico italiano) Pier Silvio lascia intendere che la famiglia Berlusconi è piuttosto stizzita per la strumentalizzazione di Salvini. Poi con il leader leghista se la prende perché vorrebbe alzare il tetto pubblicitario della Rai danneggiando quindi Mediaset. Poi sculaccia Giorgia Meloni sui diritti civili millantando il padre come loro paladino e infine se la prende con Antonio Tajani che non sarebbe in grado di “cogliere un’opportunità pazzesca” di marketing politico radunando i moderati.
Ah, dice anche di non essere interessato a scendere in politica nonostante continui a parlare di politica. E infine se la prende con il sindaco di Milano Sala perché “polemizza sulle polemiche”. E lo fa in un’intervista in cui polemizza con tutti.