Era il 2007. C’era l’Ilva, e c’era una Taranto bellissima – dall’infinito lungomare, e dai tramonti mozzafiato – mutilata dalla fabbrica e dall’inquinamento, violentata da una politica incompetente e dal pressappochismo collettivo. C’era questa Taranto, ma identica – se non peggio – è perfino adesso. Con la stessa politica a volte incompetente e lo stesso pressappochismo collettivo. Anche per questo produce un effetto singolare leggere oggi “Adesso Tienimi”, il romanzo d’esordio della scrittrice tarantina Flavia Piccinni – già vincitrice del premio Campiello Giovani e più recentemente del prestigioso Premio Croce con “Bellissime” (Fandango, 2017) – il cui ultimo lavoro è “Nella Setta” (Fandango, 2018).
Il testo, appena ripubblicato dal piccolo ma vivace editore pugliese Terra Rossa (pp. 173, euro 10), venne per la prima volta proposto al pubblico esattamente dodici anni fa (al tempo con Fazi Editore). “All’epoca – nota l’autrice nella prefazione che introduce il romanzo – a Taranto non esistevano i wind days, non si parlava che sporadicamente del registro tumori e dell’inquinamento; la fabbrica era una realtà che nessuno e niente avrebbero potuto mettere in discussione, la mia famiglia non contava ancora morti di cancro, e il patetico e inaccettabile binomio salute o lavoroera uno slogan scritto in via Crispi, accanto a uno stampatello sbilenco che recitava la vostra indifferenza vi uccide”.
Il romanzo, che vinse la sezione giovani del Premio dei Lettori, venne accolto con un sorprendente consenso da parte di pubblico e di critica. Soprattutto i giovanissimi si lasciarono trascinare nella storia di Martina Peruzzi, adolescente che vive sulla sua pelle la violenza di un amore malato e inaspettato, che stritola il cuore e distrugge ogni cosa. Un amore abusante, che riduce in uno scheletro privo di emozioni e di energia la giovane nel momento in cui il suo amato – che si scoprirà poi essere uno dei professori della giovane – non decide di suicidarsi. Dalla scoperta della notizia, inizia la perdizione di Martina, che si aggrappa alla sua vita borghese facendone un esempio di distruttività. Una distruttività che era “contemporanea” ieri e che resta tale anche oggi.
Ma non ci saranno solo droghe e alcol, non ci saranno solo folli corse con gli amici, a popolare le sue giornate. Ci sarà anche una Taranto che prova ad alzare la testa contro le vessazioni dei padroni dell’Ilva – allora i Riva – e che cerca nel futuro una risposta. Ci sarà una ragazza che cerca di comprendere i suoi concittadini, e ancora di più il suo nucleo famigliare così tradizionale, e allo stesso tempo così misterioso. Oggi “Adesso tienimi” si conferma una storia lucida e violenta: il canto di una generazione, quella tarantina, che non si arrende al farsi ammazzare.