di Nicoletta Appignani
Trema l’Agenzia delle Entrate di Attilio Befera. A scuotere i vertici del Fisco è un’inchiesta nata a Firenze e che ha portato in carcere la settimana scorsa il direttore provinciale del capoluogo toscano, Nunzio Garagozzo. Accertamenti fiscali “morbidi” in cambio di mazzette è l’accusa del pubblico ministero Paolo Barlucchi. Un’inchiesta che potrebbe allargarsi fino a Roma, dove Garagozzo è stato per anni uno dei più stretti collaboratori proprio di Befera. L’inchiesta infatti sta cercando di verificare se le accuse nei confronti di Garagozzo siano limitate ad episodi circoscritti o se la concussione sia stata più ampia, con complicità ancora non individuate.
Più che l’arresto del numero uno dell’agenzia delle entrate di Firenze, a scatenare il terremoto è stato l’ordine di cattura per il noto commercialista Silvio Mencucci. Mentre il primo si è avvalso infatti della facoltà di non rispondere davanti al Gip Tommaso Picazio, Mencucci ha ammesso la sua responsabilità nel mitigare gli effetti di alcuni controlli fiscali: «Sì, ho fatto da intermediario. Ma non ho preso un centesimo», ha detto ai magistrati.
Il suo ruolo, ha dichiarato il commercialista, era quello di semplice mediatore, che su richiesta di Garagozzo in un’occasione avrebbe richiesto una tangente di cinque mila euro e in un’altra di dieci mila.
Una situazione non totalmente sconosciuta per il commercialista, che durante una delle conversazioni intercettate dagli investigatori si era vantato di essere uscito indenne da un’inchiesta analoga circa 20 anni fa, quando lavorava nell’ufficio imposte di Firenze.
Ma stavolta per lui, stando alle dichiarazioni, si tratterebbe di una collaborazione infruttuosa, nata sulla base dell’amicizia con il direttore, dell’imbarazzo che avrebbe provato nel rifiutare “gli incarichi” e dell’opportunità di saltare le interminabili file dell’agenzia delle entrate. «Un fatto di immagine» spiega il suo legale, l’avvocato Alessandro Traversi «nei prossimi giorni Mencucci verrà sentito dal Pm e quando le indagini saranno terminate sarà chiesta la revoca della custodia cautelare».
All’interno di questo nuovo interrogatorio potrebbero saltare fuori altri nomi, ma intanto anche i primi accertamenti bancari effettuati dalle fiamme gialle avrebbero dato risultati molto positivi, portando gli inquirenti a pensare che questa sia solo la punta di un iceberg. L’indagine infatti potrebbe allargarsi, toccando altri facoltosi professionisti e commercianti: in sostanza i “clienti” del sistema “soldi per chiudere un occhio”.
Come sempre, nessuna conferma da parte della Procura, ma non è detto che l’indagine sia circoscritta alla sola Toscana. E se a Firenze in parecchi tremano anche all’Agenzia delle Entrate, a Roma, l’imbarazzo è fortissimo. L’inchiesta che travolge uno dei funzionari più vicini a Befera minaccia nuovi imprevedibili sviluppi.