Di Marco Castoro
Pensando a Giorgio Faletti ci torna in mente la frase del professor Martinelli in Notte prima degli esami: “L’importante non è quello che trovi alla fine della corsa, l’importante è quello che provi mentre corri”. Oggi la corsa di Faletti si è arrestata. Trovando alla fine tanto affetto e numerosi estimatori. Della prima e dell’ultima ora. Quando ha corso, invece, Faletti ha provato e trasmesso emozioni a raffica. Dapprima come comico, poi come attore, cantante e scrittore di successo. Se la vita glielo avesse consentito sarebbe stato anche un bravo regista. Ma il faccia a faccia tra Luca Molinari e Antonio Martinelli resterà scolpito nella memoria. Lo studente e il terribile professore di lettere soprannominato “la carogna”. Quel rapporto di odio e amore che esiste solo tra l’alunno e il professore e tra il carnefice e la vittima. Con Luca (Nicolas Vaporidis) che riesce a salvarsi proprio per non aver dato retto alla carogna. Giorgio Faletti è stato perfetto nei panni del professor Martinelli. Ha saputo renderlo antipatico e umano. Psicologo e bastardo al punto giusto. Fausto Brizzi, il regista di quella pellicola cult del cinema italiano, lo ricorda così: «Giorgio cucinava meglio di me, scriveva meglio di me, guidava meglio di me, cantava meglio di me, recitava meglio di me. Ma non me l’ha mai fatto pesare. Stavamo anche progettando – rivela Brizzi – il suo esordio alla regia, e anche lì temo che mi avrebbe surclassato». Faletti non va santificato ma preso come esempio per la caparbietà e il cuore che metteva in ogni cosa che faceva. In ogni parte che recitava. In ogni verso che scriveva. «Giorgio Faletti era artista di intelligenza profonda e sincera, uomo capace di far sorridere e di far riflettere – sottolinea il sindaco di Torino, Piero Fassino che aggiunge: «Ci mancherà la sua malinconia giocosa, così amica di tutti gli uomini di passione».
I suoi personaggi
Oltre al professor Martinelli, Faletti ha reso indimenticabili gli sketch di Vito Catozzo, la guardia giurata che negli anni Ottanta contribuisce al decollo di Drive In, una trasmissione diventata un cult della tv. Sempre nello stesso programma ebbe un grande successo anche Suor Daliso e Carlino. Ma fu la Carrà a lanciarlo in Pronto Raffaella. Faletti ha anche vestito i panni di un losco boss in Cemento armato. Fu chiamato da Giuseppe Tornatore nel cast di Baarìa. Ha ragione Antonio Ricci, il regista di Drive In e Striscia la notizia, suo amico da sempre, quando dice che «se Giorgio si fosse messo in testa di fare il lampadario, si sarebbe appeso al soffitto e, prima o poi, da qualche parte una luce si sarebbe accesa». Eppure anche un talento come Faletti per un lungo periodo è rimasto senza spazi tv. Per più di un anno fu Red Ronnie a ospitarlo a Roxi Bar.
Il signor tenente
Faletti come Nino Manfredi era laureato in giurisprudenza. E come Nino Manfredi era intonato. Nel 1990 pubblica il primo album da cantante, Disperato ma non serio. Nel 1992 partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con Rumba di tango a fianco di Orietta Berti. Due anni più tardi, nel 1994, si classifica al secondo posto con Signor tenente, brano parlato, ispirato alle stragi di Capaci e via D’Amelio. Vince anche il premio della critica. Successivamente con l’album Come un cartone animato ottiene il disco di platino. Nel ‘95 torna al Festival con L’assurdo mestiere e con Giovane vecchio cuore, canzone cantata da Gigliola Cinquetti. Negli anni successivi scrive brani per Fiordaliso, Branduardi, Milva, Masini e Mina.
Best seller
Faletti scrittore è stata una sorpresa molto piacevole sia per i critici sia per i lettori. Il romanzo Io uccido, pubblicato nel 2002, ha venduto più di 4 milioni di copie. Nel 2005 l’autore ha ricevuto in Quirinale il Premio De Sica. Altre fatiche letterarie Nonsense (2009) e Da quando a ora (2012), autobiografia, portata poi in scena con lo spettacolo Nudo e crudo.