Costano ancora una tombola, ma nelle concessionarie d’auto c’è fila solo per comprare quelle elettriche. A darci la dimensione del fenomeno sono i dati sulle immatricolazioni nel prime semestre dell’anno in Italia, che confermano la crisi dell’automotive (e in particolare il crollo dei modelli motorizzati diesel), ma non per le vetture elettriche, che segnano un formidabile +231%. Più nel dettaglio, solo a giugno sono state immatricolate nel nostro Paese 171.626 auto, il 2,08% in meno dello stesso mese del 2018.
Secondo i dati del ministero dei Trasporti, nei sei mesi da inizio anno sono state vendute invece 1.082.197 vetture, pari a una flessione del 3,52% rispetto allo stesso periodo. Analizzando il risultato complessivo, emerge che il gruppo Fca ha immatricolato 38.560 vetture a giugno in Italia, l’11,21% in meno dello stesso mese del 2018, con la quota che scende dal 24,78% al 22,47%. Da inizio anno le auto vendute da Fca sono invece 266.765, in calo dell’11,95%. La quota è pari al 24,65% a fronte del 27,01% dell’analogo periodo del 2018. Un disastro frenato dal successo di Jeep e Lancia, che a giugno hanno aumentato le immatricolazioni entrambe del 9% (rispettivamente 8.400 e 4.400). La quota di Jeep è pari al 4,9% e quella di Lancia al 2,5%.
GROSSA FRENATA PER FCA. E dire che Panda, 500L, Stelvio, Qubo, Renegade e 124 Spider sono posizionate ai vertici dei loro segmenti di vendita. Un contributo arriva pure dal marchio Abarth, che con 450 immatricolazioni a giugno è cresciuto di un ragguardevole 18% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. La stagione estiva inoltre favorisce le vendite della 124 Spider che nella versione Abarth incrementa le vendite del 350%. Alfa Romeo a giugno ha registrato quasi 2.600 vetture, per una quota dell’1,5%, la migliore del 2019.
Il bilancio dell’auto nel primo semestre resta comunque negativo, come rileva il Centro Studi Promotor, secondo cui non ci sono le condizioni per una ripresa nel secondo semestre. Dall’inchiesta congiunturale mensile emerge che il 48% dei concessionari si attende la domanda in calo nei prossimi mesi, mentre per il 50% le vendite si manterranno stabili sui bassi livelli attuali. Le immatricolazioni, che avevano toccato quota 1.910.564 nel 2018, dovrebbero attestarsi a fine anno a 1.835.000: un livello inferiore al massimo ante-crisi del 2007 di ben il 26,4%, mentre i livelli ante-crisi sono stati già da tempo raggiunti dagli altri grandi mercati europei. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, influiscono sull’andamento delle vendite il quadro economico che spinge a rinviare l’acquisto di auto, ma anche fattori negativi specifici del comparto come la fine nel 2019 del sostegno dei superammortamenti.