Roma torna ad avere un polo degli investimenti. Dopo un’estate passata in emergenza per la crisi idrica senza precedenti che ha messo in pericolo gli approvvigionamenti nella Capitale, il nuovo management dell’Acea presenta un piano industriale per il periodo 2018-2022 in forte discontinuità con il passato e soprattutto un deciso potenziamento degli investimenti infrastrutturali sia nel settore idrico che in quello elettrico. Una professione di fiducia sulla crescita dell’ex municipalizzata, ma anche più complessivamente sulla ripartenza di tutta l’economia romana e del Centro Italia. I numeri annunciati dall’amministratore delegato Stefano Donnarumma sono notevolissimi: tre miliardi gli investimenti infrastrutturali di cui 400 milioni legati a progetti di innovazione tecnologica e crescita media annua dell’Ebitda pari al 6% con raggiungimento di un miliardo di euro al 2020 e superamento di 1,1 miliardi di euro al 2022. Obiettivi che non sacrificano gli azionisti, a partire dal Campidoglio. Sono previsti infatti dividendi in aumento con 0,7 miliardi di euro distribuibili nell’arco della durata del piano, con un payout sempre superiore al 50 per cento.
Costi sotto controllo – Parallelamente sarà messo ulteriormente sotto controllo l’indebitamento del gruppo con un rapporto tra posizione finanziaria netta ed ebitda in riduzione fino a 2,8 nel 2022. Per sostenere la crescita attraverso l’efficienza operativa il management prevede inoltre risparmi su costi e investimenti di 300 milioni di euro, sempre nell’arco del piano. Siamo di fronte a un progetto ambizioso e profondamente innovativo – ha spiegato il presidente della società, Luca Lanzalone – che valorizza significativamente l’innovazione tecnologica, che è fondamentale per una crescita solida”. Più nello specifico, il nuovo piano industriale si basa su 4 pilastri strategici che si identificano in una forte crescita industriale, focalizzata sullo sviluppo infrastrutturale e su un approccio orientato al cliente; una costante attenzione al territorio basata su uno sviluppo sostenibile orientato alla decarbonizzazione attraverso una maggiore elettrificazione dei consumi e il recupero di materia nel ciclo di trattamento di rifiuti, in un’ottica di economia circolare; sull’innovazione tecnologica; sull’efficienza operativa.
Meno sprechi – In qualità di primo operatore idrico in Italia, Acea punterà anche a ridurre il gap infrastrutturale e impiantistico nei territori in cui opera, proseguendo nel lavoro straordinario di bonifica su oltre 800 km di rete idrica e fognaria, che permetterà di ridurre le perdite di rete di 15 punti percentuali nel quinquennio del piano. L’innovazione si misurerà anche dall’introduzione di sistemi di telelettura sui misuratori, grazie all’istallazione di circa 500 mila Smart Meters. Oltre alla partnership con Open Fiber, si invetirà molto anche nel settore elettrico con investimenti per 1,1 miliardi.