di Nicoletta Appignani
Animato da spirito di vendetta contro il Vaticano, colpevole di averlo lasciato solo dopo l’arresto. Per questo accusava altri sacerdoti, per questo si era presentato dai carabinieri a rendere dichiarazioni spontanee su una rete di preti pedofili. Dichiarazioni che l’hanno tradito ancora una volta: facendolo finire di nuovo in manette. E dire che già con il suo primo arresto per abusi sessuali aveva fatto tremare il Vaticano, don Patrizio Poggi. Poi, una volta scontato il suo debito con la giustizia, aveva denunciato l’esistenza di un’organizzazione criminale attiva nel procacciare ragazzi, anche minorenni, per avviarli alla prostituzione maschile in favore di vari esponenti del clero romano. Un’accusa precisa, con tanto di nomi, cognomi e modalità di adescamento. Ma ieri l’ex parroco è finito nuovamente nel registro degli indagati per il reato di calunnia. Ad arrestarlo i carabinieri del nucleo investigativo di Roma, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Roma Aldo Morgigni, su richiesta del procuratore aggiunto Maria Monteleone.
Don Patrizio, parroco di Roma, era stato condannato nel ‘99 per abusi sessuali su cinque ragazzini tra i 14 e i 15 anni. Pesante la pena, otto anni di reclusione, poi ridotti a cinque. Una macchia indelebile per la quale la chiesa gli aveva negato il permesso di tornare a celebrare le funzioni religiose. Così, tre mesi fa, l’ex parroco decide di presentarsi in una stazione dei carabinieri del Noe, il nucleo per la tutela dell’ambiente. Accompagnato da altre due persone, spiega di sentire “il dovere di tutelare la Santa Chiesa e la comunità cristiana”, essendo a conoscenza di gravi fatti che ne minacciano l’integrità. E da queste parole prende vita un atroce resoconto: un giro di prostituzione minorile che coinvolge anche un ex carabiniere, il gestore di un’agenzia per modelli e il contabile di una parrocchia. Sarebbero queste tre persone, secondo Poggi, a selezionare i giovani destinati a parroci e prelati. I carabinieri del nucleo investigativo di Roma iniziano ad indagare e a raccogliere prove. Ma ciò che emerge è un quadro completamente diverso da quello fornito dall’ex parroco. Secondo l’accusa, infatti, Poggi avrebbe pianificato la costruzione di false prove testimoniali per avvalorare le proprie dichiarazioni. Un tentativo per guadagnare dal Vaticano la possibilità di tornare a celebrare le funzioni clericali, ottenendo magari anche un’eventuale revisione del processo con cui era stato condannato in passato. Arrestato ieri mattina, l’ex sacerdote si trova ora nel carcere di Regina Coeli.