Lega e M5S hanno raggiunto l’accordo sull’emendamento sulle trivelle inserito nel Dl semplificazioni in esame a Palazzo Madama. La conferma arriva dal presidente della commissione Lavori pubblici, Mauro Coltorti, a margine della riunione della commissione di questa mattina. Coltorti ha detto che dopo la riunione dei capigruppo i lavori proseguiranno nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori pubblici e che l’obiettivo è arrivare in Aula oggi per approvare il dl domani.
Cresce, tuttavia, l’irritazione per il “partito del no”. Sul dossier trivelle, spiegano, sono stati “salvati i posti di lavoro, è stata garantiti continuità di estrazione e rinnovo delle concessioni in proroga ma a la politica del no a tutto non fa bene al paese”, dichiarano dal partito di Matteo Salvini.
Secondo l’accordo raggiunto tra le due forze di governo, i canoni per le concessioni delle trivelle aumenteranno di 25 volte, un incremento comunque ridotto rispetto alla proposta iniziale del M5S di aumentare i canoni 35 volte. L’accordo prevede, inoltre, anche che vengano sospese per 18 mesi, nelle more dell’adozione di un piano nazionale, le ricerche di idrocarburi,
“Io sono uomo semplice, step by step. L’importante – ha commentato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che ieri si era detto pronto a tutto pur di fermare le trivelle – è che abbiamo iniziato un percorso con lo stile rigoroso di tutelare l’ambiente, la moratoria è già un bel passaggio. “L’aumento dei canoni di 25 volte non è poco, considerate che le royalties per le estrazioni in Italia sono le più basse d’Europa, quindi ritorno nostro particolarmente basso, elemento molto significativo”.
“Noi siamo quelli del SI’, del sì alle fonti rinnovabili, sì al turismo e allo sviluppo economico sano di questo paese, non siamo certamente quelli del no”, ha commentato il presidente dei senatori M5S, Stefano Patuanelli. “E’ escluso un decreto ad hoc per le trivelle – ha aggiunto -, ora si ricomincia in commissione, poi da lunedì alle 10 il decreto semplificazioni andrà in Aula al Senato e siamo fiduciosi che già martedì mattina potrà essere completato e trasmesso alla Camera”.
L’intesa, ha spiegato ancora Patuanelli, è arrivata “con una grande voglia del M5s di andare in questa direzione, moltiplicheremo per 25 i canoni irrisori che oggi le grandi compagnie pagano allo Stato per coltivare e occupare zone del nostro territorio che invece possiamo liberare per il turismo”. “Siamo molto contenti – ha aggiunto il presidente dei senatori pentastellati – di mettere finalmente un freno a un problema che riguarda zone molto sensibili del nostro paese. Siamo convinti che questo paese debba guardare al futuro e le fonti fossili non sono certamente il futuro”.
In merito all’accordo Patuanelli ha spiegato, inoltre, che “potranno andare avanti solo le coltivazioni in essere” che “possono continuare fino ad esaurimento se ricadranno in zone che verranno individuate dal Piano”. Sono “all’incirca 49” i permessi bloccati dalla moratoria, di cui “40 dovrebbero essere bloccati subito e 9 sono in fase di istruttoria ma che non hanno ancora avuto la valutazione di impatto ambientale positiva”.