Accordo politico nella maggioranza sulla riforma del fisco. L’intesa prevede un intervento soprattutto sul fronte dell’Irpef, con una riduzione degli scaglioni da 5 a 4 e un calo delle aliquote centrali: quella al 27% scenderà al 25% e quella al 38% andrà al 35%. Un miliardo degli 8 a disposizione sarà destinato alla riduzione dell’Irap.
“È stato raggiunto un buon accordo sulla base dell’impostazione che aveva chiesto Italia Viva”, dichiara il deputato di Italia Viva Luigi Marattin, presidente della Commissione Finanze, che spiega: “Sul metodo, chiedendo una cabina di regia fiscale governo-Parlamento che cercasse e trovasse un accordo, cosa avvenuta in una settimana. Sul merito, perché la riforma contiene interventi strutturali sia su Irpef, dove viene rifatta la struttura e i risparmi di imposta più consistenti sono concentrati sul ceto medio, che Irap, dove si abolisce l’imposta per ditte individuali e persone fisiche. E entrambi gli interventi – sottolinea – sono step di un percorso a due tappe già impostato e che vedrà compimento con la delega fiscale”.
La riforma del fisco, oltre al taglio delle tasse per il ceto medio, prevede la riduzione dell’Irap per autonomi e professionisti. L’intervento sull’Irpef assorbirà circa 7 degli 8 miliardi stanziati in manovra per alleggerire la pressione fiscale. Per quanto riguarda la riduzione delle aliquote Irpef: la fascia di reddito fino a 15.000 resterà al 23%, l’aliquota del 27%, per lo scaglione da 15.000 a 28.000 scenderà al 25%, e spariranno quelle del 38 e del 41% che saranno unificate nel 35% per la fascia da 28.000 a 50.000. Oltre i 50.000 si passerà direttamente al 43%. Il riordino del sistema delle detrazioni dovrebbe assorbire anche il bonus Renzi da 80 euro, poi diventati 100.
“E’ stato raggiunto un accordo politico sulla revisione delle aliquote Irpef che passano da 5 a 4”, riferisce il viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto Fratin al termine del tavolo al Mef sul taglio delle tasse avviato una settimana fa dal ministro dell’Economia, Daniele Franco (nella foto), con i responsabili economici dei partiti della maggioranza (il viceministro all’Economia, Laura Castelli per M5s, il viceministro al Mise, Fratin, per Forza Italia, il sottosegretario all’Economia, Maria Cecilia Guerra, per Leu, il presidente della commissione Finanze della Camera, Marattin, per Italia Viva e i responsabili economici, Antonio Misiani, per il Pd, e Alberto Bagnai per la Lega).
Per quanto riguarda l’Irap, secondo le indicazioni fornite da Pichetto, nell’ambito della riforma del fisco sarebbe stato delineato anche uno schema di massima per la riduzione su base “verticale” che costerà poco più di un miliardo e che prevede l’abolizione dell’imposta regionale sulle attività produttive per le persone fisiche, per tutte le ditte individuali e i lavoratori autonomi. Potrebbero rientrarci anche le start-up innovative. I tagli dell’Irpef e dell’Irap partiranno dal 2022 e saranno strutturali. Si tratta, ha spiegato Pichetto, del “primo passo della riforma fiscale”.
“Gli interventi avranno una valenza strutturale, non misure spot, e soprattutto saranno percettibili – sottolinea Castelli – Due tra le cose principali che chiedevamo. Si agirà sulle aliquote Irpef del ceto medio, e in modo strutturale anche sull’Irap. Nei prossimi giorni ci saranno alcuni aggiustamenti di dettaglio ma l’aspetto importante è che si è trovato un equilibrio tra forze politiche, perfettamente in linea con l’indirizzo Parlamentare. Il lavoro è stato molto positivo”.