Alla fine la promulgazione del Quirinale è arrivata. Ma la cancellazione del reato di abuso d’ufficio, contenuta nel ddl di Carlo Nordio firmato ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, continua a sollevare polemiche.
Abuso d’ufficio, l’Anm contro l’abrogazione: cancellando il reato si lascerà il cittadino indifeso di fronte ai soprusi dei pubblici ufficiali
“Una scelta dannosa”, taglia corto il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati, Salvatore Casciaro, parlando con La Presse. “E l’introduzione del peculato per distrazione (con il decreto Carceri, ndr) è servita solo a evitare di incorrere in una procedura di infrazione per contrarietà alla disciplina europea, cosa che l’Anm aveva peraltro più volte segnalato”. Insomma, ricorda Casciaro, “per giustificare l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio è stato detto che c’erano molte indagini e pochissime condanne. Ma, focalizzare l’attenzione sul numero di condanne e non sul disvalore del fatto, è fuorviante. Non mi pare d’altronde che analogo approccio il Governo abbia avuto per il nuovo reato anti-rave per il quale, dal dì della sua introduzione, ci sono stati pochissimi procedimenti e, a quanto consta, nessuna condanna”.
E aggiunge: “La verità è che l’abrogazione dell’abuso d’ufficio lascerà il cittadino più solo e indifeso di fronte alle angherie dei pubblici ufficiali. Alcune delle vittime proveranno forse a reagire censurando la legittimità degli atti amministrativi dinanzi ai Tar. Beninteso, se e quando potranno permetterselo, visti i rilevanti costi dei relativi giudizi. Chi non vorrà o non potrà farlo, si dovrà rassegnare invece al sacrificio dei propri diritti e delle proprie libertà”.