Un trend che resta profondamente drammatico e fondi che stentano ad arrivare ai centri antiviolenza e alle donne che hanno subito maltrattamenti. Questo è il quadro che emerge alla vigilia della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Secondo l’ultimo rapporto sugli omicidi in Italia, nelle 2022 sono 82 le donne uccise in ambito famigliare e affettivo
Secondo l’ultimo rapporto sugli omicidi in Italia, sono 82 le donne uccise in ambito famigliare e affettivo nei primi nove mesi del 2022 (8 in meno rispetto allo scorso anno), 88 considerando i dati al 20 novembre, rispettivamente 42 e 52 per mano del partner o ex. È quanto emerge dal report interforze Il pregiudizio e la violenza contro le donne, presentato dalla Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
Il rapporto evidenzia che da gennaio a settembre, a fronte di un numero invariato di omicidi, quelli con vittime femminile in ambito famigliare e domestico sono scesi da 90 a 82 (-9%). La percentuale di donne uccise da partner o ex è diminuita dal 70% degli anni 2020 e 2021 al 59% dei nove mesi del 2022, mentre sono aumentati gli omicidi commessi da genitori o figli (31%) o da altro parente (10%).
Analizzando i dati del Viminale al 20 novembre, gli omicidi di donne sono 104 (108 nello stesso periodo del 2021) , di cui 88 uccise in ambito familiare/affettivo, in calo rispetto ai 94 dello stesso periodo del 2021. Ma la percentuale di vittime femminili sul totale omicidi in ambito famigliare e affettivo è aumentata dal 69% del 2021 al 74%.
Domani si celebra la Giornata contro la violenza sulle donne. Quest’anno è emergenza stupri cresciuti del 9%
Da inizio 2022 sono in calo i reati spia, “indicatori di una violenza di genere, in quanto potenziale e verosimile espressione di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica diretta contro una donna in quanto tale”. Emerge una riduzione del 17% dei reati di stalking, pari a 12.200, con il 75% di vittime di sesso femminile, l’88% di nazionalità italiana. I maltrattamenti contro familiari e conviventi, nel periodo gennaio-settembre 2022, scendono dell’8% a quota 16.857, con vittime donne all’81%, il 76% di nazionalità italiana. In crescita del 9% invece le violenze sessuali con 4.416 episodi: in questo caso le vittime di sesso femminile rappresentano il 92%.
Il 27% risulta minorenne e il 77% di nazionalità italiana. In merito agli ammonimenti del questore, quello per violenza domestica aumenta del 40%. Il report del ministero dell’Interno traccia anche un bilancio della legge sul Codice rosso, entrata in vigore nell’agosto del 2019, che ha introdotto una corsia prioritaria per la trattazione di reati contro le donne, con nuove fattispecie e circostanze aggravanti.
Il più alto numero di violazioni in questi tre anni si registra sui provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa: dall’agosto del 2019 al 30 settembre di quest’anno – 37 mesi – sono stati commessi 6.499 delitti, 5 al giorno, con un aumento nel periodo gennaio settembre 2022 del 12%, rispetto allo stesso periodo del 2021 (1.824 contro 1.631).
Le vittime nell’82% dei casi sono donne. Al secondo posto tra i reati più diffusi il cosiddetto revenge porn, la diffusione di immagini o video sessualmente espliciti, con 3.496 delitti, il 72% ai danni di donne, scesi però del 20% nel 2022: 871 reati contro 1.090; 48 invece gli episodi di costrizione o induzione al matrimonio, con 9 casi nel 2022 contro i 10 del 2021.
E davanti a questi i dati, i fondi? Stentano ad arrivare. Per il periodo 2015-2022, le istituzioni hanno stanziato circa 157 milioni per sostenere chi, fra loro, non era autonoma economicamente. Nel 2020, le donne assistite dai centri antiviolenza senza lavoro o risorse utili all’autonomia erano la netta maggioranza, pari al 60,5%.
Le risorse servirebbero per fornire supporto al reddito, promuovere il reinserimento lavorativo, garantire una casa sicura e sostenibile nel lungo periodo. I fondi stanziati, secondo i calcoli di ActionAid, ammontano a 54 euro al mese. A fronte di tante vittime, come sanno i centri antiviolenza. Ogni anno si rivolgono a loro in media in 50mila.
Nel primo anno solo 600 donne a fronte delle 3.283 richieste presentate hanno potuto usufruire del Reddito di libertà
Il Reddito di libertà (così si chiama questa misura) è stato istituito nel maggio 2020 con il Dl Rilancio: consiste in 400 euro al mese per un massimo di 12 mesi ed è finanziato con 12 milioni di euro per il periodo 2020-2022. Secondo i dati Inps, nel primo anno ne hanno beneficiato solo 600 donne a fronte delle 3.283 richieste presentate.
Con il totale dei fondi a disposizione si calcola che solo 2.500 donne potranno avere accesso alla misura: sono poche, dato che secondo un’elaborazione dei dati Istat ne avrebbero bisogno circa 21mila donne all’anno. Nel 2015 è stato poi inoltre introdotto il congedo indennizzato per vittime di violenza, per cui sono stanziati in media circa 12 milioni annui. Le domande per quest’ultimo si sono impennate: dalla sua introduzione a oggi si registra una crescita del 2.662% (da 50 nel 2016 a 1.331 nel 2021). Non è seguita però una parallela crescita di domande accolte. Nel 2021, infatti, solo il 32% delle domande presentate è stato accettato (432 a fronte delle 1.331).
La Meloni ha annunciato che rifinanzierà i Centri antiviolenza e le Case rifugio
Un problema non di poco conto dinanzi al quale anche Giorgia Meloni si è esposta ieri: “Questo esecutivo – ha annunciato la premier – rifinanzierà i Centri antiviolenza e le Case rifugio. È fondamentale un quadro quanto più dettagliato possibile per costruire politiche efficaci di prevenzione e contrasto”.