di Clemente Pistilli
Battaglia a Firenze attorno agli abusi edilizi realizzati nella cinquecentesca Fortezza da Basso. È in piedi un contenzioso tra il Comune e la “Firenze Fiera spa”, la società che gestisce la storica struttura inserita nel quartiere fieristico-congressuale, con in ballo oltre un milione e mezzo di euro. Un singolare braccio di ferro, visto che Palazzo Vecchio da una parte punta a incassare l’ingente somma, oggetto di una sanzione elevata per la realizzazione di manufatti non autorizzati, e dall’altra è tra i principali soci della spa, che rischia di crollare sotto il peso della maxi-multa. Una vicenda ora “congelata” dal Consiglio di Stato e che, urbanistica a parte, sembra celare l’ennesima faida in corso nel Partito democratico. La “Firenze Fiera”, al timone di uno dei poli congressuali più importanti d’Italia, ha come soci maggiori la Regione Toscana (31,8%), la Camera di commercio fiorentina (28,6%), la Provincia (9,28%) e il Comune di Firenze (9,22%). Palazzo Vecchio ha 508.819 azioni della spa, del valore leggermente superiore ai due milioni di euro. Nel 2007 la società ha chiesto all’ente retto da Matteo Renzi la sanatoria per la sopraelevazione abusiva del padiglione Spadolini e la realizzazione abusiva del padiglione Cavaniglia, illeciti compiuti all’interno della fortezza rinascimentale, opera di Antonio da Sangallo Il Giovane. L’anno dopo da Palazzo Vecchio è arrivato l’ok, irrogando però una sanzione di 1.601.136 euro. La “Firenze Fiera” ha fatto ricorso al Tar, che ha avallato però l’operato del Comune. A “congelare” la sanzione, accogliendo la richiesta della spa di sospendere l’atto, sono stati invece ora i giudici del Consiglio di Stato, ritenendo che la vicenda è complessa e deve essere approfondita, visto anche che l’immediato pagamento della sanzione potrebbe arrecare alla “Firenze Fiera” “un pregiudizio di particolare gravità”, “anche in considerazione della complessiva situazione economica e patrimoniale della medesima società”. Società al momento salva. Al timone del CdA della spa siede Antonio Brotini, patron del calzaturificio “Pakerson” di Cerreto Guidi, espressione della Regione Toscana. E considerando che tra il presidente della Regione, Enrico Rossi, e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, non corre buon sangue, non sembra peregrina l’ipotesi che attorno alla sanzione si stia consumando uno scontro tutto interno al Pd. Una lotta che mette in pericolo il polo fieristico e che è stata ora frenata dai giudici amministrativi.