Buio pesto sull’Abruzzo. Dove sono ancora decine di migliaia le famiglie senza energia elettrica. Come se gelo, neve e le continue scosse di terremoto non fossero già sufficienti a rendere la situazione di totale disagio per i cittadini abruzzesi. L’ultimo aggiornamento effettuato nella serata di ieri dall’Enel evidenziava ancora 72mila utenze disalimentate. Una situazione inaccettabile, nonostante la fase di straordinaria emergenza, per numerosi Comuni intenzionati ad andare fino in fondo portando il colosso elettrico a rispondere del disagio. Alla società dell’amministratore delegato Francesco Starace viene contestata l’interruzione prolungata di corrente.
Lo stato dell’arte – Sin dalla mattina la situazione nei comuni abruzzesi dovrebbe sensibilmente migliorare. Nella giornata di ieri l’Enel ha assicurato che le 72mila le utenze fuori uso dovrebbero ridursi a meno di 60 mila a partire dalla prima mattina di oggi. È la provincia di Teramo quella costretta a riscoprire il maggior numero di candele per avere un minimo di illuminazione. Perché dopo tre-quattro giorni senza corrente, sono ormai scariche anche le pile d’emergenza. Nel teramano sono addirittura 46mila le utenze ancora sconnesse. A seguire ci sono le province di Chieti e Pescara con 13mila contatori fuori uso, mentre la provincia dell’Aquila da stamane dovrebbe tornare a essere totalmente illuminata. Almeno si spera. Situazione complicata anche nelle Marche, nella zona di Ascoli Piceno. Qualche tampone è stato messo grazie a circa 500 gruppi elettrogeni per far fronte alle situazioni più critiche. Eppure sono state messe in campo le forze speciali, con una task force di 1400 uomini appartenenti a e-distribuzione, la società del gruppo che gestisce le reti elettriche di media e bassa tensione. Chi è ancora al buio e chi ci è rimasto per giorni però non è disposto a fare sconti al colosso elettrico, nonostante gli sforzi fatti da Enel che per sottolinearli ieri ha convocato una conferenza stampa a Pescara.
Rabbia – A guidare la protesta il sindaco di Fossacesia (Chieti), Enrico Di Giuseppantonio che ha rilanciato battaglia con un post al vetriolo direttamente dalla sua pagina Facebook in cui ha annunciato che “il Comune di Fossacesia intende adire ogni azione legale a tutela dei propri cittadini”. E Di Giuseppantonio non sembra l’unico intenzionato a battere cassa. Disposti a seguirlo ci sono già i suoi colleghi di Rocca San Giovanni, Mozzogrogna e Santa Maria Imbaro. Tutti nel chietino. I quattro sindaci in un comunicato congiunto hanno fatto sapere di riservarsi l’attivazione di azioni legali: “Ci rendiamo perfettamente conto dell’emergenza e della gravità della situazione, ma scriveremo all’Autorità per l’Energia per chiedere conto di questa assurda situazione. Non ci si venga a raccontare della favoletta della nevicata abbondante”, si legge nella nota, “perché abbiamo più volte denunciato la mancanza di manutenzione degli impianti elettrici”. Ancor più duro è stato Domenico Velluto, sindaco di Brittoli (Pescara), dove ieri due anziani sono morti intossicati per scaldarsi: “Sono due vittime che si deve portare sopra la coscienza l’Enel”. La conferma che la protesta dei sindaci non sia campata in aria è arrivata direttamente dai vertici di Enel Energia che ieri pomeriggio a Pescara hanno fatto mea culpa: “Chiediamo scusa ai cittadini abruzzesi per le problematiche di energia che si sono avute da domenica fino a queste ore, ma ci sentiamo di dire di aver fatto il possibile con tutte le forze in campo”, hanno spiegato il direttore Infrastrutture e Reti Global Enel, Livio Gallo e il responsabile Infrastruture e Reti Enel Italia Gianluigi Fioriti. Scuse che non basteranno ad evitare un maxi esborso per i rimborsi. Che saranno superiori a quelli per il blackout del 2015, quando Enel tirò fuori ben 26 milioni.