Aborto negli Usa: dopo la decisione della Corte Suprema tante sono state le reazioni così come le decisioni di importanti aziende di schierarsi da parte contraria alla sentenza. Intanto, continuano le proteste violenti nelle strade di molto Stati.
Aborto negli Usa, tante le reazioni “vip” alla sentenza della Corte Suprema
Negli Stati Uniti, una sentenza storia della Corte Suprema ha abolito il diritto all’aborto. Viene così ribaltata, dopo 50 anni, la famosa sentenza “Roe v. Wade” con cui nel 1973 la stessa Corte aveva riconosciuto il diritto della texana Norma McCorvey di interrompere la gravidanza e scrive nella sentenza: “L’aborto presenta una profonda questione morale. E la Costituzione non conferisce il diritto all’aborto”. La decisione è stata presa da una Corte divisa, con 6 voti a favore e 3 contrari, i giudici liberal Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer. Dopo questa decisione, ogni singolo stato tornerà a decidere sul tema com’era prima della sentenza di 50 anni fa.
Dopo la decisione della Corte Suprema, non solo ci sono state manifestazioni in strade ma si sono registrate anche proteste di personaggi importanti: da Kim Kardashian a Taylor Swift e da LeBron James a Lewis Hamilton. A caldo, si era già registrato il commento su Twitter di Barack Obama: “Oggi la Corte suprema non solo ha annullato quasi 50 anni di precedenti, ha relegato la decisione più intensamente personale che qualcuno possa prendere ai capricci di politici e ideologi, attaccando le libertà essenziali di milioni di persone”.
Kim Kardashian, da anni ormai molto attiva nel campo della giustizia penale e da poco ammessa a sostenere l’esame per diventare avvocato in California, ha scritto su Instagram di essere “inorridita” dalla sentenza e che “In America le pistole hanno più diritti delle donne”, ha aggiunto. Taylor Swift, originaria del Tennessee – uno dei 14 Stati che a breve vieteranno l’aborto – ha scritto sul suo profilo Twitter di essere “assolutamente terrorizzata che questo è il punto a cui siamo arrivati, che dopo così tanti decenni di persone che hanno lottato per il diritto delle donne di essere padrone del proprio corpo, questa decisione ce ne abbia privato”. Si aggiunge alle proteste vip anche Selena Gomez. “Vedere un diritto costituzionale essere tolto è orripilante. Una donna dovrebbe avere il diritto di scegliere cosa fare con il suo corpo. Fine della storia”.
Billie Eilish aveva definito il giorno della sentenza come “molto scuro” per le donne americane. Per Mariah Carey è “sconfortante” dover spiegare alla figlia di 11 anni “perché viviamo in un mondo dove i diritti delle donne vengono distrutti di fronte ai nostri occhi”. Anche dallo sport arrivano le reazione come nel caso del campione di basket LeBron James che ha parlato di “un abuso di potere”. Invece, Lewis Hamilton si è detto “disgustato per l’attacco dei potenti contro i più vulnerabili: donne, gente di colore, membri della comunità Lgbtqia+”.
Alcune aziende pagheranno i viaggi per l’interruzione della gravidanza
Il divieto di aborto è diventato operativo subito in Utah, South Dakota, Kentucky, Louisiana, Oklahoma, Missouri e Arkansas. Nelle prossime settimane, potrebbe diventare realtà anche in altri 20 Stati. Questa decisione potrebbe portare molte donne a voler viaggiare, anche in modo clandestino, per poter abortire all’estero.
Così, molte grandi aziende sono scese in campo annunciando che copriranno i costi di viaggio delle dipendenti che dovessero spostarsi fuori dal loro Stato di residenza per interrompere una gravidanza non voluta. Inoltre, Uber ha garantito protezione legale ai suoi autisti che trasportino fuori dallo stato in cui vivono donne che vogliono abortire. I dipendenti di Google che lo vorranno potranno fare domanda di trasferimento in un altro stato “senza giustificazione”. “Per supportare i dipendenti e le persone a loro carico – aggiunge la comunicazione del colosso – il nostro piano di benefici e l’assicurazione sanitaria copre le procedure mediche fuori dallo Stato se non sono disponibili dove vive e lavora un dipendente. Si può anche richiedere il trasferimento senza giustificazione”.
E ancora: “Sosteniamo il diritto dei nostri dipendenti a decidere liberamente sulla loro salute riproduttiva”, afferma Apple. “Da oltre un decennio, la nostra assicurazione consente ai nostri dipendenti di viaggiare fuori dallo Stato per ricevere cure mediche che non sono disponibili nel loro Stato di residenza”. Meta ha annunciato che “nella misura consentita dalla legge, per le dipendenti che avranno bisogno di accedere all’assistenza sanitaria e ai servizi riproduttivi in un altro Stato”. Non solo queste ma anche altri importanti aziende hanno manifestato il loro pensiero contrario alla decisone della Corte Suprema: si parla di Amazon, Netflix, Starbucks, CitiGroup, CondeNast, Microsoft (in foto) e la diffusa catena di negozi sportivi Dick’s Sporting Goods.