La polizia morale è stata abolita in Iran: lo ha dichiarato ufficialmente il procuratore generale. La notizia giunge al culmine di due mesi di proteste e repressioni che stanno dilaniando il Paese dopo la morte in circostante sospette della giovane Mahsa Amini.
Abolita la polizia morale in Iran, la decisione del procuratore generale
Il regime in Iran scricchiola: appare evidente dopo la decisione del procuratore generale di abolire la polizia morale. Da oltre due mesi, il Paese è dilaniato dalle proteste che si sono originate a seguito della morte in circostanze sospette di Mahsa Amini. La giovane donna è prematuramente scomparsa proprio dopo essere stata arrestata dalla polizia morale per non aver indossato il velo islamico nel modo in cui le autorità considerano corretto.
Nel corso degli ultimi due mesi, i manifestanti in lotta per i loro diritti hanno subito violente repressioni e molti di essi sono stati uccisi o trasferiti in carcere. Il bilancio delle vittime nei disordini, sinora, ammorta a circa 200 persone. Intanto, le iniziative di dissenso non si placano e per le giornate di lunedì 5 e mercoledì 7 dicembre sono stati indetti due scioperi verso i quali Teheran ha annunciato di avere “tolleranza zero”. Il regime ha anche asserito di essere pronto a chiedere aiuti russi per reprimere le proteste.
È in questo contesto, quindi, che si inserisce la decisione del procuratore generale dell’Iran, Mohammad Jafar Montazeri. “La polizia morale non ha niente a che fare con la magistratura, ed è stata abolita da chi l’ha creata”, ha annunciato il procuratore mentre si trovava presso la città santa di Qom. A riferire le parole di Montazeri è stata Ansa che, a sua volta, ha citato l’agenzia di stampa iraniana Isna. Pertanto, risultano confermate le indiscrezioni già circolate a partire dalla giornata di sabato 3 dicembre sulla volontà di Teheran di provvedere a un possibile allentamento delle imposizioni legate all’abbigliamento delle donne nel Paese.
Il Parlamento lavora sull’obbligo di indossare il velo
L’abolizione della polizia morale non è l’unica novità paventata dal procuratore generale dell’Iran. “Il Parlamento e l’autorità giudiziaria stanno valutando se la legge necessità di cambiamenti”, ha spiegato Montazeri sabato 3 dicembre. E ha aggiunto che gli “eventuali risultati si sarebbero visti in una o due settimane”.
Sulla questione, è intervenuto anche il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che ha ribadito che la legge islamica è parte integrante della costituzione del Paese ma ha anche precisato che “ci sono modi di interpretare la costituzione che possono essere flessibili”.
Un cambio di rotta quello comunicato da Raisi che solo nel mese di luglio era apparso irremovibile circa possibili mutamenti e aveva spronato la polizia morale a intervenire con ogni mezzo per costringere le donne a indossare il velo islamico, obbligatorio nel Paese dal 1983. In merito alla misura, introdotta quattro anni dopo la rivoluzione islamica che stravolte l’Iran, un rapporto confidenziale del governo ha rivelato che soltanto il 37% degli iraniani è favorevole all’obbligatorietà del velo.