Non si è fatta attendere la reazione del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, all’indiscrezione di Repubblica secondo la quale Matteo Renzi sarebbe pronto a proporre nientepopodimeno che l’abolizione del canone Rai, sostituendolo – almeno nella fase transitoria, scrive il quotidiano – da un finanziamento statale di 1,5/2 miliardi di euro l’anno. “Abbiamo già individuato i tagli di spesa necessari per questa operazione”, avrebbe confidato il leader del Pd ai suoi.
Un’ipotesi che Calenda ha immediatamente bocciato, parlando apertamente di “presa in giro”. “Spero che l’idea di abolire il canone Rai sostituendolo con un finanziamento dello Stato – ha infatti scritto su Twitter – non sia la proposta del Pd per campagna elettorale come riportato da Repubblica. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro”.
Spero che l’idea di abolire il canone RAI sostituendolo con un finanziamento dello Stato non sia LA proposta del @pdnetwork x campagna elettorale come riportato da @repubblica. I soldi dello Stato sono i soldi dei cittadini e dunque sarebbe solo una partita (presa) di (in) giro
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 5 gennaio 2018
All’attacco anche l’Usigrai, il sindacato della tivvù pubblica. “E puntuale come un orologio svizzero parte la campagna elettorale e arriva l’attacco alla Rai. È un copione che si ripete anni – recita una nota-. Segnaliamo che laddove si è abolito il canone il Servizio Pubblico è stato fortemente ridimensionato. A tutto vantaggio dei privati. Se questo è l’obiettivo basta dichiararlo apertamente”. Ma non solo. “Del resto – ricorda l’Usigrai – è curioso che prima si mette il canone in bolletta e poi si propone di abolirlo. Vuol dire non avere idee. E infatti ogni volta che abbiamo chiesto un confronto serio su progetti, riforme, innovazione per rilanciare la Rai Servizio Pubblico, sono spariti tutti. E infatti: i limiti antitrust non si toccano, il sic non si tocca, il conflitto di interessi non si tocca, ma si attacca la Rai”.
“La Rai va privatizzata. Pri-va-tiz-za-ta. Fuori politica, partiti, soldi pubblici (sia sotto forma di canone sia sotto forma di altre elargizioni di stato, cioè sempre denaro dei contribuenti). Renzi invece in questi anni l’ha occupata. Oc-cu-pa-ta. Chiara la differenza?”, afferma Daniele Capezzone, deputato di Noi con l’Italia.
Caro Calenda, se tagliamo 1,5 mld spesa pubblica ed eliminiamo canone Rai i cittadini pagano meno. Altro che presa in giro:serve processo modernizzazione ed eliminazione sprechi unici in panorama tv con risparmio immediato 500mila euro. Far risparmiare cittadini come con stop Imu — Michele Anzaldi (@Michele_Anzaldi) 5 gennaio 2018
La replica del Pd è affidata a Michele Anzaldi, già responsabile della comunicazione di Renzi alle ultime primarie dem. “Caro Calenda – twitta il segretario della commissione di Vigilanza Rai -, se tagliamo 1,5 mld spesa pubblica ed eliminiamo canone Rai i cittadini pagano meno. Altro che presa in giro: serve processo modernizzazione ed eliminazione sprechi unici in panorama tv con risparmio immediato 500mila euro. Far risparmiare cittadini come con stop Imu”.
Nell’ordine: 1) Governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo, 2) se si vuole affrontare la questione del canone allora si ragioni su privatizzazione RAI altrimenti è presa in giro. https://t.co/p4fzMy9U5B
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 5 gennaio 2018
“Nell’ordine: 1) Governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo, 2) se si vuole affrontare la questione del canone allora si ragioni su privatizzazione RAI altrimenti è presa in giro, 3) non capisco perché, dopo aver fatto tante cose serie e buone per la crescita,gli investimenti e l’occupazione , vedi dati ISTAT di oggi si debba ricadere sulla linea delle promesse stravaganti a tutti su tutto. È un peccato”, la controrisposta di Calenda. “Abolire attuale canone Rai alzando tetti pubblicità: idea a me cara che però deve portare a progressiva privatizzazione. Servizio pubblico va riconosciuto a chiunque lo svolga. #PrivatizziamolaRai per toglierla a partiti ed evitare che faccia la fine di Alitalia”, scrive su Twitter il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, di +Europa con Emma Bonino.
Abolire attuale canone #Rai alzando tetti pubblicità: idea a me cara che però deve portare a progressiva privatizzazione. Servizio pubblico va riconosciuto a chiunque lo svolga. #PrivatizziamolaRai per toglierla a partiti ed evitare che la faccia fine di #Alitalia. #PiuEuropa — BenedettoDellaVedova (@bendellavedova) 5 gennaio 2018
Anche Forza Italia va all’attacco. “È farsesca la proposta che Renzi vorrebbe avanzare alla direzione del suo partito per abolire il canone Rai – dice Maurizio Gasparri -. Prima il Pd, guidato dallo stesso Renzi, lo inserisce in bolletta obbligando tutti gli italiani a pagarlo. Poi finge di volerlo togliere, ma garantendo un cospicuo trasferimento di soldi dello Stato alla Rai. E di chi sarebbero questi soldi dello Stato se non sempre degli italiani? Siamo seri. Capiamo che Renzi sia in cerca di escamotage dopo la figuraccia sui sacchetti biodegradabili. Ma farlo su un tema sensibilissimo come il canone Rai con proposte truffa – conclude il vicepresidente del Senato – è ridicolo”.
Per la cronaca, la fiscalizzazione del #canoneRai è una nostra proposta storica. E rafforza la Rai. Mentre di privatizzazioni che hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del paese ne abbiamo già viste troppe. E direi anche basta.
— orfini (@orfini) 5 gennaio 2018
Prova a mettere un punto il presidente del Pd, Matteo Orfini, che critica la contro-proposta di Calenda. “Per la cronaca – twitta -, la fiscalizzazione del canone Rai è una nostra proposta storica. E rafforza la Rai. Mentre di privatizzazioni che hanno distrutto (o quasi) aziende strategiche del paese ne abbiamo già viste troppe. E direi anche basta”. Ma il ministro non ci sta e insiste: “Dire oggi: abolisco il canone e lo riprendo dalla fiscalità, senza spiegare come e perché di questo, è un’inversione a U e danneggia la credibilità dei Governi e del Pd”.