di Andrea Koveos
Il destino del Monte dei Paschi di Siena è nelle mani dell’Europa. Il commissario per la Concorrenza, Joaquin Almunia e il Ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, sono al lavoro per trovare un accordo. La soluzione, però, è ancora lontana, nonostante il nostro Paese abbia già presentato il piano di ristrutturazione bancario. ‘’Non voglio soffermarmi sui dettagli dei nostri colloqui con le autorità italiane sulla ristrutturazione della banca Monte dei Paschi, ma nel corso di questi colloqui – ha detto Almunia – ho fatto sapere qual sia il mio punto di vista al ministro Saccomanni’’.
Allo stato attuale, sottolinea il commissario europeo, ‘’abbiamo bisogno di trovare un accordo su questo tema, e ancora ci stiamo lavorando’’. In più l’Europa deve dare il via libera definitivo ai Monti-Bond, cioè i 4 miliardi di prestiti statali, di cui 2 provenienti dalla trasformazione dei Tremonti-Bond ricevuti dalla banca senese nel 2009, che sono serviti a rafforzare il capitale di Mps. Il “nulla osta” europeo dipende dall’approvazione del piano di ristrutturazione della banca consegnato dal management di Mps a Bruxelles lo scorso 17 giugno. Ma il gruppo deve prima ratificare, nell’assemblea di oggi, l’allargamento ai nuovi soci privati oltre la soglia del 4%. Lo straniero passerà perché di soldi non ce ne sono. Il Pd dunque cederà parte dello scettro anche per predisporre bene Bruxelles. C’è dell’altro. Tornando all’assemblea, oggi per il Mps si apre una partita importante in cui il fortino della banca senese potrebbe non essere più inespugnabile. In ballo c’è l’eliminazione del tetto del 4% per i privati se, ovviamente, l’assemblea dei soci ratificherà questo cambiamento allo Statuto della Fondazione.
In attesa i nuovi soci sono alla finestra e il titolo festeggia in borsa. Dopo aver toccato un massimo a quota 0,2235, ieri il titolo a Piazza Affari ha portato a casa un più 0,28%. L’attesa, dunque, fa bene, così come il sì all’allargamento della quota per i privati, specie dopo gli indirizzi degli enti nominanti, Comune e Provincia di Siena, emersi dalle rispettive assise consiliari. Un sì che non spegnerà le polemiche di tutti coloro che vedono nel vincolo del 4% l’ultimo appiglio della senesità del Monte. La cosa certa è ora il mercato inizierà a speculare sulla contendibilità della banca senese e su eventuali colpi di scena. «La cancellazione incoraggerà l’ingresso di nuovi soci e potrebbe supportare l’ aumento di capitale da 1 miliardo», ha commentato Mediobanca. In questo contesto si inseriscono le dichiarazioni del viceministro all’Economia Stefano Fassina che auspica il superamento della soglia: “Da qui si può ripartire per ricreare un rapporto equilibrato tra Banca e Fondazione’’. Un rapporto nel quale l’Ente ‘’è un socio significativo, che non ha più il controllo della Banca, ma esprime gli interessi del territorio. La Banca deve essere gestita, fino in fondo con criteri di mercato, tenendo conto, però, delle istanze del territorio e della finalità sociali espresse dalla Fondazione’’.
La ristrutturazione, in conclusione, dovrà passare per l’Europa ma anche per l’Italia e soprattutto per il Pd che dovrà accettare di essere finito alla porta. Proprio per questo, c’è da giurarci, le proverà tutte per rientrare in Contrada anche attraverso l’aiuto di importanti gruppi bancari d’Oltralpe.