L’Ilva continuerà a uccidere a Taranto. Provocando malattie e in particolare tumori per almeno 50 anni. E l’unico strumento è quello della prevenzione. L’Asl conferma in un nuovo documento le preoccupazioni sulla situazione ambientale nella città pugliese. “Indipendentemente dall’eventuale riduzione dell’esposizione all’inquinamento ambientale risulterà evidente ancora per molti anni l’eccesso delle patologie oncologiche nell’area a rischio”, si legge nell’aggiornamento dei dati del Registro Tumori di Taranto. Gli esperti devono anche ammettere di non poter “calcolare quando sia avrà il picco del numero dei malati”. Il motivo? “Si tratta di patologie con una latenza varia, i cui fattori scatenanti sono diversi per ciascuna”. Con un’aggravante: molti uomini si ammalano al lavoro.
I dati diffusi fanno riferimento al triennio 2009-2011. E nella provincia di Taranto ci sono stati 18mila tumori. Per gli uomini, nel 16,8%, la malattia si sviluppa nell’apparato respiratorio (polmoni e bronchi). Il 16,2%, invece, riguarda la vescica. Per le donne la maggioranza dei tumori è alla mammella (29%).
Secondo il documento diffuso dall’Asl le zone più esposte all’inquinamento sono Taranto e Statte, che sono più vicini allo stabilimento dell’Ilva. Gli esperti infatti invitano a “porre particolare attenzione in termini di assistenza e sorveglianza ai residenti nell’area a rischio ambientale”.
Sante Minerba, direttore del Registro Tumori, ha spiegato che è necessario “ilmiglioramento della rete assistenziale già in essere attraverso il potenziamento dell’assistenza oncologica grazie ai fondi (progettuali e quindi temporanei) del centro salute e ambiente e della terra dei fuochi”. Per Minerba “tali misure non possono che essere perseguite nel tempo dovendosi prevedere la stabilizzazione del personale impegnato in queste attività come in quelle di sorveglianza e valutazione epidemiologica e il potenziamento delle strutture di assistenza. Il potenziamento auspicato dovrà realizzarsi a breve con il rafforzamento degli organici del personale sanitario attualmente storicamente sottodimensionato per la ASL Taranto e a lungo termine con la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo nell’area del comune di Taranto”.