Scuola, è ancora emergenza precari: nonostante le assunzioni annunciate dal Governo solo qualche settimana fa, da settembre ci saranno ancora 200mila supplenze. Tuttavia, c’è chi rifiuta perché le spese da sostenere sono troppe alte.
A scuola è ancora emergenza precari: a settembre si torna in classe con 200mila supplenti
La scuola continua ad essere in emergenza a causa della precarietà. Questo nonostante qualche settimana fa il Governo ha ufficializzato assunzioni a tempo indeterminato per l’anno 2023-2024, di oltre 50mila docenti, di cui 18mila di sostegno, e altre figure scolastiche, per un totale di 62mila posti di lavoro
La Flc Cgil, sia per i docenti sia per il personale Ata, ha annunciato che non verranno coperti tutti i posto vacanti. “La certezza – evidenzia Gianna Fracassi, segretaria generale della Flc Cgil – è che il prossimo anno scolastico ci saranno oltre 200mila supplenze annuali a cui si aggiungeranno le supplenze temporanee. Credo poi che sia una vergogna nazionale il fatto che il 50% dei posti di sostegno per gli alunni con disabilità siano deroghe determinate anno per anno e quindi posti che è impossibile stabilizzare”.
Vengono evidenziati, in particolare, i problemi nel settore del personale Ata: “Con le assunzioni in ruolo del personale Ata, che si stanno facendo in questi giorni, il tasso di precarietà che si registra in questo settore è destinato ad aumentare. Le nomine autorizzate, infatti, coprono a malapena il 30% dei posti vacanti. Se oggi i posti coperti con supplenze sono più del 10% del totale, il basso numero di assunzioni in ruolo non potrà che far lievitare quella percentuale. Anche qualche segnale positivo, come l’incremento di posti previsti in sede di conversione del Dl 75 per sostenere il lavoro delle segreterie in relazione alla gestione delle risorse del Pnrr, resta comunque segnato da caratteri di provvisorietà, trattandosi di una dotazione aggiuntiva circoscritta e limitata nel tempo”, ha dichiarato Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola.
In Emilia-Romagna i docenti rifiutano per le spese troppo alte
In Emilia Romagna, invece, i docenti rifiutano le supplenze perché le spese sono troppo alte per coprirle con il solo stipendio. Su Repubblica la segretaria regionale della Cisl scuola, Monica Barbolini lancia l’allarme: “In tutta la Regione solo per il sostegno servono 13.900 insegnanti, 900 in più dello scorso anno e il dato è sempre in crescita. Solo che in tutta l’Emilia Romagna in ruolo ce ne sono solo 4000 e nonostante le diverse chiamate non si riescono a coprire i posti. Ma il discorso vale, benché in misura minore, anche sulle classi ordinarie. Assistiamo sempre di più al fenomeno di docenti precari, inseriti nelle Gps, che non se la sentono, evidentemente, di abbandonare l’ordinario, seppure svolto come supplenti, per cambiare regione e rischiare di tornare a casa o riavvicinarsi alla famiglia chissà tra quanti anni. A pesare è sempre di più il costo della vita e in particolare della casa. Un insegnante che guadagna in media 1200-300 euro al mese difficilmente può sostenere un affitto da 7-800 euro. Bisognerebbe pensare a un bonus casa per i docenti, altrimenti la vedo dura”.