A Roma arriva il freddo e, come ogni anno, a pagare le conseguenze di un clima più rigido sono loro: i clochard. Nella Capitale se ne conterebbero circa 8mila. Di questi, come ha spiegato all’Adnkronos Augusto D’Angelo, uno dei responsabili della Comunità di Sant’Egidio, 5mila sono divisi tra chi è accolto in strutture del Comune o grandi reti, come appunto Sant’Egidio, la Caritas, le parrocchie… Il restante – e parliamo di circa 2mila e 500 persone – vive invece in alloggi impropri, come vecchie fabbriche abbandonate e baracche.
A Roma arriva il freddo e, come ogni anno, a pagare le conseguenze di un clima più rigido sono loro: i clochard
“È chiaro che questo, per loro, sia un momento particolarmente critico. Con l’abbassamento delle temperature”, dice D’Angelo, “chi vive per strada sta affrontando molte difficoltà”. Insomma, le associazioni fanno di tutto per tentare di supportare i senza tetto durante questa stagione: i volontari della Comunità di Sant’Egidio, per esempio, ha spiegato D’Angelo, hanno quasi raddoppiato le ronde per la città, portando coperte e indumenti adatti, cibi e bevande caldi, cercando di intercettare le persone più fragili per offrire loro una sistemazione più sicura.
Dal Comune di Roma, però, del Piano Freddo al momento non c’è traccia: l’unica notizia recente che riguarda i senza fissa dimora è quella dell’indizione di una gara per nuove stazioni di posta in 14 municipi su 15 – tutti, quindi, tranne il Centro Storico. Un investimento più ampio rispetto al passato, è vero, che non risolve però il problema attuale visto che il bando scade il 5 gennaio prossimo e l’accordo quadro avrà una durata triennale a partire da giugno 2024. L’obiettivo, comunque, sarebbe quello di aumentare i posti letto in maniera diffusa, inclusi i municipi più periferici. Ma la situazione è critica e bisogna agire subito. Per questo Sant’Egidio ha lanciato un appello ai romani.
Molti si riparano sotto i ponti. Altri 5mila senza tetto ospitati in strutture del Comune di Roma o nelle parrocchie
“L’attenzione di ogni cittadino nei confronti di chi è bisognoso e vive per strada”, ha detto D’Angelo, “diventa determinante, sia per segnalare la situazione alla sala operativa sociale del Comune, sia come intervento personale: a volte regalare una coperta, fermarsi a portare un tè caldo può essere qualcosa che contribuisce a salvare una vita”. A Roma, infatti, il freddo ha già fatto la prima vittima: si chiamava Veaceslav, aveva 47 anni e il suo corpo è stato ritrovato a inizio novembre da un passante sul litorale di Ostia, dove il clochard di origini moldave viveva tra un pasto alla Caritas e un giaciglio di fortuna costruito nel parco.
“La richiesta di coperte e sacco a pelo”, dice intanto Alberto Colaiacomo, responsabile comunicazione per la Caritas di Roma, “è aumentata vertiginosamente. La sera si trasforma in un incubo per tutti coloro che non riescono a trovare posto nell’ostello. Non siamo ancora partiti con un vero e proprio ‘Piano Freddo’, ma abbiamo aumentato i servizi nella fascia serale da due settimane a questa parte, incrementando la raccolta delle coperte nelle parrocchie, visto che c’è stata una richiesta crescente”.
L’idea, aggiunge lo stesso Colaiacomo, “è di partire tra un paio di settimane con una struttura collocata nella parrocchia di Ostia, per ospitare più persone durante la notte. Per il resto, compreso il ‘Piano Freddo’”, conclude il responsabile comunicazione della Caritas, “stiamo aspettando di confrontarci con l’assessorato per capire come muoverci”. Intanto sono proprio le grandi reti a muoversi: negli ultimi anni la comunità di Sant’Egidio, infatti, ha aperto diverse strutture, tra cui anche due chiese – quella del buon pastore sul lungo Tevere e quella di San Callisto a Trastevere. “In questo modo – conclude fornendo un altro dato D’Angelo – negli ultimi tre anni abbiamo tolto dalla strada circa 300 persone”.