Il caso dell’assessore, che è anche dirigente Consob, scoppia tra le mani del sindaco di Roma, Virginia Raggi. Marcello Minenna, responsabile del Bilancio al Campidoglio, non è infatti intenzionato a lasciare l’incarico nella commissione che vigila sulla Borsa. Il deputato del Pd, Giampaolo Galli, ha quindi depositato un’interpellanza alla Camera per chiedere chiarimenti al Governo, sottoscritta dai suoi colleghi di partito
Il parlamentare cita il regolamento Consob, che parla di aspettativa necessaria in caso di assunzione di nuovi ruoli. “Si prevede che il dipendente è tenuto a prestare la propria attività con diligenza, correttezza e spirito di collaborazione, a osservare l’orario di lavoro, ad assolvere tempestivamente i compiti attribuitigli, attenendosi alle direttive di organizzazione e di indirizzo impartitegli’ che quando ciò sia riconosciuto d’interesse per l’Amministrazione, con deliberazione della Commissione i dipendenti possono essere autorizzati ad assumere un impiego presso amministrazioni, autorità ed enti pubblici in Italia ovvero presso enti od organismi internazionali’; che in tali casi il dipendente sia ‘collocato in aspettativa senza diritto a retribuzione”.
Ma la questione non è solo di regolamenti. “Due incarichi così impegnativi verrebbero svolti in contemporanea e, necessariamente, a tempo parziale, quando Roma ha invece bisogno di un assessore che si occupi a tempo pieno di questioni decisive come il bilancio e la riorganizzazione delle partecipate”, scrivono i deputati dem nel documento depositato a Montecitorio. Infine “per quanto riguarda la Consob, poi, l’Ufficio analisi quantitative svolte una funzione di rilievo nell’ambito dei compiti che la legge affida alla commissione e non può essere coordinato da un dirigente che svolga la sua attività in modo residuale rispetto ad altri compiti”, accusa i parlamentari del Pd. Sollevando un ulteriore aspetto: Minenna dovrà occuparsi anche di Acea, la società partecipata del Comune di Roma, creando potenzialmente “una indebita commistione fra controllato e controllore, e quindi un potenziale conflitto di interessi”.
Insomma, un’altra ombra si staglia sul Campidoglio. E rende ancora più complicata la partenza della nuova giunta della Capitale.