Il riposo eterno non è per tutti. Dopo il caos cremazioni – che è ancora ben lungi dall’essere risolto -, nel cimitero Flaminio il caro estinto deve sopportare pure l’incuria dilagante e la scarsa manutenzione. Sono destinati a causare un terremoto gli scatti che stanno facendo il giro del web e che sono stati pubblicati anche dalla pagina Facebook Roma fa schifo, in cui si vedono le tombe del gigantesco impianto di Prima Porta letteralmente sommerse dalla vegetazione che è stata lasciata libera di proliferare.
Una situazione di degrado che viene confermata da numerosi commenti sui social come Roberta che, evidentemente rammaricata, commenta: “Ogni volta che vado a trovare mio padre, sepolto in questo degrado, il mio cuore ha motivi in più per essere triste”. Gli fa eco Antonella: “Non riesco più ad andare a trovare i miei cari. L’incuria e il degrado di questo cimitero sono devastanti”. Daniela scrive: “Allucinante sono stata domenica… le persone non riuscivano a trovare le tombe dei propri cari! Non ho parole!”.
Una pioggia di commenti che mostrano come il fenomeno non sia degli ultimi giorni ma che, evidentemente, va avanti da un po’. Ma i problemi non finiscono qui. “Oltre 1500 salme attendono al cimitero di Prima Porta e i congiunti restano in attesa di dare l’ultimo saluto al proprio caro” denunciano i consiglieri della lista Calenda, dicendosi intenzionati a depositare un’interrogazione in Campidoglio al sindaco Roberto Gualtieri per sapere “che fine hanno fatto i fondi accantonati da tempo in bilancio e destinati all’adeguamento, al ripristino del decoro e alla manutenzione di cui c’è tanto bisogno nei cimiteri romani”.
“Da oltre un anno l’impianto crematorio del Flaminio è in manutenzione e non riesce a garantire la domanda e così si effettuano la metà delle cremazioni che sarebbero necessarie, poco più di 30 al giorno. Di conseguenza l’attesa sale sempre più. Ad oggi la consegna dell’urna con le ceneri supera il mese”. Si tratta di un problema già emerso nelle scorse settimane tanto che le stesse aziende funebri avevano segnalato che le bare dei defunti, a causa della situazione impossibile al Flaminio, erano state dirottate al Verano. Un’emergenza poi in parte rientrata ma che, secondo i calendiani, resta ben oltre il livello di guardia.
Dal canto suo Ama si difende dalle accuse spiegando che “i servizi di cremazione sono regolarmente garantiti con circa 65 operazioni giornaliere, dato assolutamente in linea con la media delle richieste presentate dall’utenza”. Non solo. Secondo la municipalizzata romana che gestisce l’impianto la situazione dovrebbe ulteriormente migliorare visto che “la manutenzione degli impianti crematori è stata avviata a gennaio di quest’anno, a fronte di una programmazione non rispettata in precedenza, e terminerà alla metà del mese di luglio”. Insomma a questo punto non si può che ricordare l’antico proverbio: “Chi vivrà, vedrà”.