Le opportunità offerte dal Pnrr rischiano di trasformarsi in un cappio al collo per tante piccole realtà imprenditoriali romane. Per esempio a Corviale, nella periferia sud-ovest della Capitale. Lì infatti stanno per partire i cantieri e i titolari delle attività commerciali, ma anche gli artigiani che lì hanno le botteghe, o i volontari che gestiscono le associazioni, saranno costretti a chiudere i battenti il tempo necessario per portare avanti i lavori che, nelle intenzioni, dovrebbero rigenerare e rinnovare il quartiere. Si tratta di un progetto da 50 milioni di euro stanziati dal Pnrr nell’ambito dei Piani urbani integrati per il recupero delle periferie. L’obiettivo è nobile, e anzi necessario, viste le condizioni di degrado e abbandono in cui versano tante periferie romane. A partire proprio da Corviale, ma anche Tor Bella Monaca, Santa Maria della Pietà.
A Roma le opportunità offerte dal Pnrr rischiano di trasformarsi in un cappio al collo per tante piccole realtà imprenditoriali
Nel tempo che intercorre dall’inizio dei cantieri – che già registrano un ritardo di quasi un mese – alla fine dei lavori, i negozianti e gli artigiani non possono certo rimanere con le mani in mano. Di ristori però non c’è traccia. “Nei fondi del Pnrr”, ha detto Giovanni Caudo (nella foto), che è a capo della commissione capitolina speciale Pnrr, “non è possibile rendicontare risorse per i ristori economici. Una carenza grave, una svista anche a livello governativo: se si pretendono tempi rapidi e investimenti importanti non ci si può dimenticare di dare un sostegno alle attività che in quartieri complicati hanno assicurato per anni spesso le uniche luci accese. Dovremmo capire a livello locale come rimediare a questa carenza”. Intanto però i cantieri partono e i titolari delle attività rimangono senza risposte. Certo, stiamo parlando di “cantieri che aiutano l’economia della città ad uscire dalla crisi post pandemica”, come ha scritto Caudo, “attività nel settore edile ma non solo, con un indotto nel settore dei servizi e della produzione e il commercio dei materiali”.
Da Corviale a Tor Bella Monaca iniziano i lavori. E per gli esercenti non è previsto alcun rimborso
L’importante è che però, mentre si costruisce la città del futuro, quella del presente – con i suoi cittadini – non venga rasa al suolo. C’è il Punto Ristoro Campanelle, per esempio, chiuso da fine dicembre. “Vista la nebbia e la precarietà che si profila all’orizzonte”, avevano scritto i gestori sui social comunicando la chiusura, “non sappiamo se avremo la forza e/o la capacità economica per ripartire (speriamo di sì)”. E, come loro, sono tante altre le realtà che si trovano nella stessa situazione. I negozianti della zona incontreranno Caudo per tentare di trovare insieme delle soluzioni per far fronte alle criticità. Intanto le saracinesche vengono abbassate e chissà se verranno mai ritirate su.