Ogni nomina in Campidoglio ha la sua pena. E così oltre alle polemiche sul maxi stipendio per il neo city manager del Comune, Franco Gianpaoletti, il nuovo assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, non ha fatto neppure in tempo a insediarsi che è subito saltato fuori il rischio incompatibilità. L’ennesima sbandata della giunta Raggi che Francesco Storace, presidente del nuovo Movimento nazionale per la sovranità, ha sintetizzato in una sola parola: “Inconcludenza”. “È inutile girarci intorno – ha detto a La Notizia – perché di questo si tratta”.
Di fronte allo stallo attuale, una via d’uscita per la Capitale potrebbe essere il commissariamento?
Sono sempre stato favorevole a una sorta di governatorato per Roma perché credo che abbia bisogno di poteri costituzionalmente garantiti, tipici di una Regione. Insomma, si dovrebbe passare da Roma ladrona a Roma padrona. Ma con i poteri attuali non si può.
Tra l’altro, secondo un sondaggio de La Repubblica quasi il 70 per cento dei romani boccia l’operato della sindaca. Se lo aspettava?
Diciamo che il mio personale sondaggio è molto simile a questo. D’altronde bisognerebbe essere dei santi per avere ancora fiducia nella prima cittadina.
Anche se, poi, tra gli elettori Cinque Stelle contro un 40% di scontenti ne resiste ancora un 52 che la difende.
Un attimo. C’è un altro tipo di analisi da fare. Attivisti a parte, infatti, molti elettori di destra, stanchi della litigiosità continua nella nostra area, hanno deciso sin dal primo turno di sostenere la Raggi.
Tornando al calo di gradimento della sindaca, la storia infinita delle nomine non aiuta. Sembra un déjà-vu, non le pare?
È lapalissiano: non sanno fare nomine. Spartissero pure i posti come vogliono, può essere censurabile ma è pur sempre un metodo. Il guaio è che sbagliano di continuo. Ogni giorno ce n’è una. Era così difficile pensare un attimo prima della nomina al fatto che l’assessore all’Urbanistica avesse uno studio professionale a Roma? La verità amara è un’altra.
Quale?
Da una parte non è vero che la Raggi sia autonoma – continua, infatti, a ricevere ordini – e dall’altro non voglia mai Dio che diventi autonoma perché se commette questi errori in compagnia figuriamoci da sola.
Archiviate le Olimpiadi, adesso c’è il banco di prova dello stadio della Roma. Il compromesso reggerà?
C’è qualcosa che a me non torna: fino a un mese fa la Raggi era contro lo stadio mentre Zingaretti era favorevole. Adesso le parti sembrano invertite. Peccato che tra tutti e due ci rimetta Roma.
Cambiamo argomento: sul piano nazionale il centrodestra è diviso. Su primarie e legge elettorale non c’è accordo.
Il Centrodestra è animato da un’irresistibile vocazione al suicidio. Le primarie risolverebbero molti nodi, dalla scelta del leader al programma collegato al leader.
Ma non si va oltre gli annunci. E un sistema di voto proporzionale forse non aiuta.
Non incentiva le alleanze, in questo contesto sarebbe una sciagura. Solo un maggioritario unirebbe le destre.