A quarant’anni dall’assassinio di Giorgio Ambrosoli, arriva mercoledì 18 dicembre in prima serata su Rai1 “Giorgio Ambrosoli – Il prezzo del coraggio”, la docufiction prodotta da Stand By Me in collaborazione con Rai Fiction per raccontare alle nuove generazioni la storia di un uomo comune ed eroico al tempo stesso, che amava la sua famiglia e il suo lavoro e che credeva nel significato della responsabilità e della legalità fino a metterle al di sopra della sua stessa sicurezza.
Ambrosoli nel settembre 1974 fu nominato, dall’allora governatore della Banca d’Italia Guido Carli, commissario liquidatore della Banca Privata Italiana guidata dal banchiere siciliano Michele Sindona. Incarico che cinque anni dopo gli costò la vita. Fu assassinato l’11 luglio 1979 da un malavitoso statunitense, William Joseph Aricò, con quattro colpi di pistola mentre stava rincasando.
“E’ un dovere raccontare la memoria storica – ha detto il presidente della Rai, Marcello Foa, presentando la docufiction -, è giusto che i giovani che non hanno vissuto gli anni 70′ possano conoscere quel periodo drammatico. In Rai siamo convinti che la docufiction abbia una straordinaria narrazione e che sia uno strumento fenomenale affinché altissimi messaggi vengano diffusi in tutte le case. In Rai continueremo a impegnarci su questa strada”.
Il racconto si concentra proprio sugli anni cruciali della vicenda, dall’ottobre del 1974 fino all’uccisione 11 luglio 1979, periodo in cui Ambrosoli fu commissario liquidatore della Banca privata italiana di Michele Sindona. Il punto di vista è quello del maresciallo della Guardia di Finanza Silvio Novembre, recentemente scomparso, che fu accanto ad Ambrosoli nei 5 anni del suo incarico, collaboratore prima, amico poi. La sua voce fuori campo guida lo spettatore nelle scene di finzione e nelle parti documentaristiche, restituendo un’immagine inedita dell’Ambrosoli pubblico e privato, dell’avvocato coerente e lavoratore instancabile ma anche del marito e padre devoto verso la moglie e i tre figli.
I cinque anni in cui Ambrosoli indagò gli snodi di un sistema politico-finanziario corrotti e letale sono ricostruiti nelle scene di finzione e approfonditi con estremo rigore filologico all’interno dei contenuti documentaristi, tra materiali di repertorio e documenti chiave. Tra le testimonianze autorevoli, l’intervista esclusiva alla moglie Annalori, donna coraggiosa ed eroica che nonostante le evidenti preoccupazioni, non farà mai mancare il suo sostegno al marito, occupandosi dei figli e cercando di mostrarsi serena. Una donna eccezionale come del resto aveva scritto lo stesso Ambrosoli nella lettera-testamento al lei indirizzata.
La docufiction, con la regia di Alessandro Celli, è interpretata da Alessio Boni (Giorgio Ambrosoli), Dajana Roncione (Annalori Ambrosoli), Claudio Castrogiovanni (Silvio Novembre), Fabrizio Ferracane (Michele Sindona) e con la partecipazione di Umberto Ambrosoli. Soggetto e sceneggiatura di Ivan Russo, Pietro Calderoni, Laura Colella, fotografia Maura Morales Bergmann.