Teoricamente si tratta semplicemente di un municipio di Roma. A conti fatti parliamo di qualcosa come 230mila abitanti. Gli stessi che conta Venezia, Verona e Messina. Quasi il doppio di quelli di Salerno, Perugia e Livorno. Basterebbero questi dati per comprendere come, accanto alle regionali siciliane, le votazioni che si terranno a Ostia non sono di poco conto. Per tanti motivi. Perché si viene da due anni di commissariamento per infiltrazioni mafiose, certo. Perché è il primo test sul campo dopo un anno e mezzo di esperienza targata Virginia Raggi, senza dubbio. Ma soprattutto perché, tra i nove candidati che gareggeranno, la vera sfida è tutta interna al centrodestra. O, meglio, alla destra. Da una parte Fratelli d’Italia, dall’altra Casa Pound. Da una parte una candidata, Monica Picca, fedelissima di Giorgia Meloni, dall’altra Luca Marsella, uomo vicinissimo da sempre a Simone Di Stefano. Su un fronte una larga coalizione che ripropone lo schema classico del centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Noi con Salvini), sull’altro un movimento dichiaratamente di destra e neofascista, ma in forte ascesa. Talmente in ascesa che quello che potrebbe rappresentare un traguardo importante da raggiungere per il centrodestra riunito, potrebbe sfumare per contrasti interni. A tutto vantaggio del Movimento 5 stelle con la candidata Giuliana Di Pillo.
Clima teso – Eppure mesi fa Marsella si era proposto come nome forte a Ostia per tutto il panorama di destra. Un’idea però nemmeno presa in considerazione dai grandi partiti. Il diktat della Meloni ha avuto la meglio. Da lì, però, Casa Pound è riuscita a crescere nei consensi, a suon di ronde anti-migranti, spese per i poveri in perfetto stile “Repubblica Sociale di Salò”, barricate anti-sfratto, il tutto ovviamente condito da slogan da stadio con magari qualche coro amarcord del ventennio che fu. Con un punto fermo: mai alleanza con il centrodestra. Come dire: non ci hanno appoggiato e noi non appoggiamo loro. Basta farsi un giro sulla pagina Facebook di Marsella, d’altronde, per capire gli umori: “Saremo noi ad andare al ballottaggio ed in ogni caso non faremo accordi con la vecchia politica. Centrosinistra e centrodestra hanno già amministrato e fallito”, ha scritto pochi giorni fa lo stesso candidato di Casa Pound.
Dall’altro lato abbiamo il centrodestra in tenuta tradizionale. Quel che si respira è un’aria diversa, un clima meno rassicurante rispetto a pochi giorni fa. E meno sicuro del risultato. “Ci stiamo muovendo con grande convinzione per il riscatto non solo romano ma anche nazionale – ci dice Fabio Rampelli, uno degli uomini di Fratelli d’Italia che muove i fili di questa campagna elettorale – Siamo compatti nella formazione tradizionale del centrodestra”. Gli chiediamo allora di Casa Pound. E i toni cambiano: “Non ho capito che c’entra CasaPound. Io parlo delle elezioni di Ostia – taglia corto – Non sono interessato a parlare del politichese”. Insistiamo. “La ringrazio, arrivederci”, taglia corto Rampelli.
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