Una ventina di ex percettori del Reddito di cittadinanza sono in presidio davanti alla sede dell’Inps di Napoli, per protestare contro il taglio del sussidio deciso dal Governo Meloni. Con loro manifestano anche alcuni attivisti di Potere al popolo e Usb, che hanno promosso il sit-in. “Le guerre tra poveri le vincono i ricchi”, recita uno striscione. Su un altro campeggia, invece, la scritta “Per loro evasione e vitalizi, per noi schiavitù”. Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal direttore della sede Inps.
Solo in provincia di Napoli sono 21.500 le famiglie che percepivano il Reddito di cittadinanza
Quella di oggi è di fatto la prima manifestazione organizzata dopo l’sms con il quale l’Inps ha annunciato venerdì scorso la cancellazione del Reddito di cittadinanza. In piazza tra le 30 e le 50 persone tra aderenti al sindacato Usb e a Potere al Popolo oltre a una serie di percettori del reddito di cittadinanza. Solo in provincia di Napoli sono 21.500 le famiglie che percepivano il reddito.
“Ci premeva sapere quando i 21.500 nuclei familiari a Napoli che hanno avuto il messaggio che cancella il reddito da oggi in poi, avranno diritto alla nuova misura prevista dal decreto legge trasformato in legge. La risposta del direttore dell’Inps di Napoli è stata che in questo momento lui non sa dare una risposta, perché dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali non è arrivata nessuna istruzione in merito” ha detto Giuliano Granato, esponente di Pap, dopo l’incontro con il direttore dell’Inps di Napoli.
Granato ricorda che al centro del dialogo è conoscere quando si apriranno le porte “per i famosi 350 euro – ha detto – del supporto formazione e lavoro, che dovrebbe entrare in funzione dal primo settembre. Il problema è che non c’è nulla più di questo per questo abbiamo chiesto al direttore di dirci quando ci sarà il diritto a questi soldi. Ci ha detto che uscirà un comunicato stampa a breve che chiarirà una serie di aspetti, ma credo che su questo non avremo notizie oggi perché c’è un grosso problema: nel decreto si dice infatti che questi 350 euro arriveranno nel momento in cui ci si iscrive a tre agenzie per il lavoro, ci si attiva per un corso di formazione e quando viene attivato il corso di formazione si percepiranno. Capite bene che dal momento dell’iscrizione al momento dell’attivazione del corso di formazione possono passare settimane”.
In questo momento, ha spiegato ancora l’esponente di Potere al popolo, “non c’è neanche la piattaforma, anche se il direttore ci ha assicurato che sarà online a breve. Ma se i soldi arrivano il primo settembre o il 15 o il 30 settembre o a ottobre, per le persone cambia tanto, perché se tu hai vissuto di reddito di cittadinanza e per 60 giorni non hai un euro come vivi? Non si può vivere di aria. Il direttore ha preso l’impegno di interrogare le altre istituzioni, Ministero, Regione, Comuni e Centri per l’impiego e di cercare di dare una risposta a breve. Noi chiediamo che l’erogazione parta dal momento dell’iscrizione al corso di formazione e non dal momento dell’attivazione del corso perché questi soldi devono arrivare il prima possibile altrimenti le persone non sanno come sopravvivere”.
Gli assistenti sociali lanciano l’allarme: “Ormai siamo al caos”
“La confusione in questi giorni ha solo il nome Inps, che ha inviato gli sms in cui dice della presa in carico dei servizi sociali, ma in questa fase chi prendeva il reddito dovrebbe registrarsi al centro impiego per corsi di formazione da settembre e dicembre per essere sul mercato del lavoro” ha il presidente dell’Ordine professionale degli assistenti sociali in Campania, Gilda Panico.
“Purtroppo questa dicitura – ha spiegato Panico – ha fatto scoppiare i servizi, perché il cittadino va ai servizi sociali ma i Comuni non possono dare risposte, noi siamo vicini alle persone, sicuramente i colleghi ascolteranno ma non possono dare risposte perché in questo momento non ci sono fondi del Comune, ma i cittadini corrono ai servizi sociali”.
La situazione è difficile per chi si vede tagliato il Reddito di cittadinanza, spiega Panico aggiungendo che ora “servono linee guida e step, oggi avremo anche un incontro per capire le criticità e su questo vorremmo supporto dalla Regione e dai Comuni, perché dicano al ministro di rivedere l’azione dei corsi di formazione e rinviarla per permettere la giusta organizzazione”.
A Terrasini un disoccupato di 60 anni ha fatto irruzione nella stanza del sindaco minacciandolo di dare fuoco a tutto
A Terrasini, in provincia di Palermo, un uomo di 60 anni, appena ricevuto notizia che avrebbe perso il Reddito di cittadinanza, ha fatto irruzione nella stanza del sindaco cospargendola di benzina e minacciando di dar fuoco a tutto. Alla fine è stato il presidente del consiglio comunale, Marcello Maniaci, a far desistere il disoccupato dal gesto.