I servizi pubblici di rilevanza costituzionale possono essere gestiti dal pubblico, dal privato o in forma mista pubblico-privata. A Napoli fino al 2011 il centro-sinistra aveva optato per il misto o il privato: dai rifiuti al patrimonio immobiliare e avrebbe continuato su tutti i fronti, sulla pelle dei cittadini e dei lavoratori e con la complicità di un pezzo rilevante di dirigenti sindacali. Basta ricordare l’emergenza rifiuti per capire il delitto commesso e il danno prodotto alla città.
Poi ci fu l’evento imprevedibile. La nostra vittoria rivoluzionaria e popolare.
Senza un euro e con il Comune di fatto in dissesto, non abbiamo privatizzato un servizio pubblico e reso pubblici quelli distrutti, salvato tutte le aziende, messo in sicurezza migliaia di famiglie ed evitato speculazioni affaristiche e camorristiche. Anche senza soldi i servizi sono migliorati, basti pensare alla città pulita che ha consentito un rilancio di Napoli senza precedenti nella storia contemporanea. E se non ci avessero sottratto illegittimamente soldi e risorse per impedirci di governare, i servizi sarebbero migliorati ancora di più.
Finita la rivoluzione dopo due mandati di sindaco, vinse le elezioni Manfredi, sostenuto da un centro-sinistra in parte diverso da quello degli anni 1995/2010. Del resto il centro-sinistra al governo in Italia non ha fatto altro che realizzare privatizzazioni selvagge con un Paese ormai svenduto nell’anima. E del centro-destra che lo dico a fà. Nonostante tutti i soldi che Manfredi ha ricevuto, e che potrebbero rafforzare i servizi e migliorare la qualità della vita, si sceglie però di privatizzare, rafforzando un centro di potere e di consenso, quando è chiaro che privatizzare il patrimonio pubblico danneggia i beni della città, colpisce le fasce deboli e i beni comuni; così come privatizzare i trasporti a braccetto con la Regione Campania; lasciare la città sporca nonostante i mezzi e le assunzioni che la nostra amministrazione ha effettuato e programmato, in favore invece dell’esternalizzazione dei servizi; per poi portare anche l’attacco all’acqua pubblica.
Pagheranno i cittadini in termini economici e di servizi ed i lavoratori sulla loro pelle. E il Consiglio comunale che fa? Dove sono i politici che prima si dimenavano per i servizi pubblici? Trattano al ribasso sulla pelle delle città?
I sindacati difenderanno lavoratrici e lavoratori e lotteranno per il pubblico o torniamo al consociativismo opaco dei periodi bui della nostra città?