Sono l’emblema del fallimento della gestione degli immobili Aler. Sono gli alloggi popolari di via Quarti, complesso Aler nel quartiere milanese di Baggio, 450 appartamenti divisi in sette torri, appartenenti all’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale (Aler), in gran parte occupati da gente che non ne avrebbe diritto. Uno dei tanti microcosmi dove la gestione della Regione dell’edilizia popolare appare in tutte le sue carenze, tra case occupate, criminalità e appartamenti lasciati sfitti e non assegnati.
Ieri l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco si è recato, assieme al presidente e al direttore generale di Aler Milano, Matteo Mognaschi e Matteo Papagni. Un tour a favore di giornalisti e fotografi. Una delle tante passerelle che negli anni hanno toccato tangenzialmente i palazzi popolari, senza che mai, a queste visite abbia corrisposto una reale azione. “Via Quarti è quasi totalmente occupata abusivamente da delinquenti veri, dice a La Notizia la consigliera regionale del Pd Carmela Rozza, “adesso ci sono i Rom, ma da sempre ci sono la ‘ndrangheta e la mafia nelle occupazioni. Fino al 2010 in via Quarti non ci potevi neppure mettere il naso, avevano ribaltato auto della polizia, avevano svuotato un’ambulanza che era andata a recuperare un malato, svuotato una macchina dell’Aler. È una situazione che va risolta, fino ad oggi hanno sgomberato solo dei poveracci, in questi quartieri ci sono poveracci e delinquenti, raramente vanno a sgomberare i delinquenti”. La consigliera Pd, già assessore comunale alla Sicurezza del Comune di Milano e un’esperienza come segretario nazionale del Sunia, il sindacato inquilini, sulla questione Aler rappresenta la spina nel fianco della giunta regionale di centrodestra.
Gli alloggi Aler di via Quarti sono Milano occupati senza titolo. Intanto la Regione Lombardia assicura lauti premi ai dirigenti
Uno dei documenti da lei prodotti ha il titolo di “Operazione Verità” sul tema degli alloggi sfitti Aler. In tutta la Lombardia a fine 2021, secondo quanto dichiarato dall’allora assessore Alan Rizzi con una comunicazione alla giunta regionale, erano 15.538, aumentati di 938 unità rispetto all’anno precedente. “È l’ultimo dato disponibile”, dice Rozza, “contenuto in una ricognizione effettuata sui bilanci consuntivi 2021 a fine 2022”. E la consigliera dem si chiede “È plausibile pensare che nel frattempo il numero di alloggi sfitti sia diminuito?”. La risposta secca è no. Il motivo lo spiega la stessa Rozza: “I fatti dicono esattamente il contrario, che invece sicuramente sono aumentati. Lo dice il Piano casa della Regione: tra il 2018 e il 2022 Regione Lombardia ha stanziato circa 140,4 milioni di euro al fine di riqualificare 6.988 alloggi, ma nello stesso periodo ne ha reso effettivamente disponibili per la riassegnazione solo 2.500. E quanti sono gli alloggi che ogni anno tornano disponibili per il naturale turnover? Solo tra il 2019 e il 2021 sono tornati disponibili quasi 11.400 alloggi”. “È del tutto evidente”, aggiunge, “che con questi numeri gli alloggi sfitti delle Aler lombarde sono destinati ad aumentare di anno in anno”.
“Le direttive date dalla Regione ad Aler per il 2024, approvate dalla giunta Fontana, si pone solo obiettivi minimi per le assegnazioni e niente per gli indigenti”, dice ancora Rozza. “A fronte di 19.400 alloggi vuoti in tutta la Lombardia”, spiega, “e a fronte di una restituzione che lo stesso Piano casa quantifica in 4 mila alloggi all’anno, ad Aler si assegna l’obiettivo di aumentare le assegnazioni del 10%. Un numero risibile, se si pensa che, per esempio, a Milano, dove nel 2022 si sono assegnati 1500 alloggi, se ne consegnerebbero solo 150 in più. Il futuro degli alloggi di edilizia pubblica è restare vuoti. Ma non solo. Ci si pone l’obiettivo di ridurre gli abusivi del 20%, ma anche in questo caso si tratta di una percentuale modestissima, poco più alta di quella che si stima per il 2023”.
“Ma quello che è più grave”, attacca la consigliera dem, “è che non c’è alcuna traccia delle assegnazioni agli indigenti. Per loro c’è un tetto del 20% sulle assegnazioni, ma non si sa a quale numero di alloggi si riferisca la percentuale. E questo nonostante il numero di nuovi poveri sia in crescita. A Milano, per esempio, molti clochard sono persone con un lavoro povero, ma non hanno neppure diritto alla casa popolare. Si prevedono, inoltre, bandi per le famiglie con Isee compreso tra i 10 mila e i 16 mila euro e bandi per quelle con Isee da 14 a 40 mila euro, ma non si precisa quali alloggi saranno messi a disposizione e non si fa cenno a un aumento del personale necessario per il raddoppio delle pratiche da seguire”.
“Nelle 46 pagine della delibera regionale”, commenta Rozza, “sono indicate soprattutto le informazioni che le Aler devono garantire alla Regione. Gli obiettivi sono risibili, come ridurre di almeno il 20% la morosità colpevole. Tutti abbastanza facili da raggiungere, il che assicura ai direttori generali il premio di produzione”.