Tutti lo cercano eppure Matteo Messina Denaro da 29 anni è un fantasma. Un giallo che va avanti dal 1993 quando il superboss si è reso latitante, scatenando una caccia all’uomo – fin qui infruttuosa – con la convinzione che l’uomo viva in chissà quale nascondiglio.
Da 29 anni è un fantasma ma emergono nuovi dettagli sulla vita dorata del boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro
Peccato che questa idea, stando alle parole dei pentiti Emanuele Merenda e Salvatore Baiardo, potrebbe essere nulla più che un cliché visto che la primula rossa di Castelvetrano starebbe trascorrendo una vita ben più agiata, con tanto di capatine al Casinò di Venezia, di quanto fin qui sospettato.
Stando al racconto di Merenda, il capo di Cosa nostra nel 2014 avrebbe trascorso diverso tempo in Veneto, ospite di un palermitano, Vincenzo Centineo. Una storia che è nota da tempo agli inquirenti ma che non è stata mai confermata.
Secondo un pentito Messina Denaro avrebbe fatto più volte visita al Casinò di Venezia
L’unico riscontro a questa storia è quello che arriva dall’altro collaboratore di giustizia, Salvatore Baiardo, che al Gazzettino ha confermato tutto spiegando che il boss ha agito, letteralmente indisturbato, al punto da aver acquistato un palazzo a Venezia – ovviamente sfruttando un prestanome – che per diverso tempo sarebbe stata la sua base operativa. Non solo.
Un soggiorno tutt’altro che di fortuna e in cui, sempre secondo il pentito, Messina Denaro avrebbe fatto più volte visita al Casinò lagunare tanto da aver avuto un pass personale. Insomma tra le slot machine e i numerosi tavoli, sarebbe stato possibile scorgere anche il superboss.
Difficile dire cosa sia vero in questa storia, anche perché gli investigatori non hanno trovato conferme dirette al racconto dei due collaboratori di giustizia, ma se le cose sono andate davvero così, allora è evidente che il capo di Cosa nostra non sta dirigendo la sua vita in austerità rinunciando a tutto quello che la modernità ha da offrire.
Al contrario sembrerebbe ancora capace di muoversi, seppur in maniera ben più limitata rispetto a un comune cittadino, sfruttando una fitta rete di collaboratori che evidentemente è ancora in grado di tutelarlo e proteggerlo.
Il collaboratore di giustizia Salvatore Baiardo afferma che il boss sarebbe gravemente ammalato
Ma le cose negli ultimi anni, dopo numerosi blitz con cui sono stati arrestati diversi fiancheggiatori del boss, sarebbero peggiorate e sempre secondo Baiardo, oggi Messina Denaro, sarebbe gravemente ammalato e per questo sarebbe pronto a farsi arrestare.