“C’è un clima che non mi piace e mi preoccupa nell’anno del G7: vedo toni che mi ricordano anni molto difficili per la nostra nazione”. La premier Giorgia Meloni vede nero. Anzi rosso. Parlando ai sindacati di polizia convocati a Palazzo Chigi dopo gli scontri di piazza e le polemiche per le manganellate agli studenti, evoca senza mezzi termini gli anni di piombo. E pazienza se sulle botte di Stato a Pisa contro minorenni inermi era intervenuto perfino il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando di “fallimento”. Giorgia si schiera senza se e senza ma dalla parte delle forze dell’ordine (“sottoposte ad una ingiusta campagna di denigrazione”). Come se le piazze della protesta studentesca fossero la curva di uno stadio strapiena di hooligans.
La premier Meloni, parlando ai sindacati di polizia dopo le polemiche per le manganellate agli studenti, evoca senza mezzi termini gli anni di piombo
Meloni promette il rinnovo contrattuale per il comparto e nuove misure a tutela delle divise. A cominciare dal Daspo per i violenti nelle manifestazioni, l’arresto differito per chi causa lesioni ad un agente, bodycam per chiunque sia impegnato nel servizio di ordine pubblico. Tutti punti che potrebbero essere inseriti nei disegni di legge del pacchetto sicurezza approvato a novembre e che presto inizieranno l’iter parlamentare. Poi la solita dose di vittimismo. Del brutto clima, Giorgia dice si sentirsi “responsabile perché parte di questo clima dipende dal fatto che c’è la necessità di attaccare la sottoscritta e questo governo”.
A preoccuparla è soprattutto l’idea che i vertici dei G7 siano accompagnati da nuovi scontri di piazza. Il parallelismo con il G8 di Genova è scontato. Compreso quello politico: allora come oggi al governo del Paese c’erano e ci sono le destre. Ma la premier ha già trovato il colpevole: gli “opinion maker” che offrono “cattivi insegnamenti” ai ragazzi. Bisogna quindi “contrastare una mentalità che vuole instillare nei più giovani che ci sono regole che possono non essere rispettate”. Per questo, ha sottolineato, “noi vogliamo continuare a garantire il diritto a manifestare ma nel rispetto delle regole”. La presidente del Consiglio ha quindi invitato i rappresentanti sindacali a mettere sul tavolo idee per migliorare la gestione dell’ordine pubblico.
Insorgono i liceali: “Dal governo una proposta vergognosa”
“Vogliamo raccogliere le proposte di chi è sul campo”, ha detto. E da parte dei segretari delle organizzazioni sono arrivate una serie di indicazioni, non tutte condivise. Tra quelle che potrebbero vedere la luce c’è l’applicazione alle manifestazioni di piazza delle misure adottate contro la violenza degli stadi. In primis il Daspo contro i recidivi alle violenze di piazza. La risposta sdegnata degli studenti non tarda ad arrivare: “è vergognosa la proposta del governo di applicare un Daspo nei confronti dei manifestanti violenti”, replica all’Ansa, Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti. La proposta, spiega, arriva “a seguito di una serie di episodi che dimostrano che violenti non sono gli studenti ma le forze dell’ordine, sono anni che denunciamo la sproporzionata ed esagerata violenza delle forze dell’ordine contro i manifestanti pacifici che scendono in piazza esercitando i loro diritti.
Servono invece codici identificativi sulle divise e sui caschi delle forze dell’ordine mentre il governo inasprisce le misure repressive; pensiamo bisogna intervenire in senso contrario, facendo sì che il paese sia palestra di democrazia in cui si può manifestare liberamente”. Gli fa eco Tullia Targisio (Rete studenti medi del Lazio): “Dopo che studenti e studentesse minorenni e disarmati sono stati manganellati dalle forze dell’ordine a Pisa, non ci aspettavamo che da un tavolo di confronto così importante emergesse una richiesta che punta ancora alla repressione, anziché all’introduzione dei codici identificativi, che oltre a proteggere i manifestazioni, tutelano le forze dell’ordine. Per noi è inaccettabile”.
L’opposizione: “Compresse le libertà costituzionali”
Bocciatura senza appello anche dalle opposizioni: “Non si possono vietare i diritti costituzionali sulla libertà di manifestare il proprio pensiero attraverso un atto amministrativo come è il Daspo”, tagliano corto da Alleanza Verdi-Sinistra. Parla di “ennesima iniziativa di vuota propaganda” il Pd, con Matteo Mauri, che rincara: “Meloni prova a sfruttare le forze di polizia per la polemica politica. Cosa che non stupisce, ma che dovrebbe essere accuratamente evitata perché profondamente sbagliata. E lo fa sostenendo che ci sarebbe una campagna denigratoria contro le forze dell’ordine orchestrata dalla sinistra”.