di Mimmo Mastrangelo
Un film-documento su Pietro Ingrao, perché? “Ingrao è stato per me, per la mia generazione un modello politico insuperabile. Me lo sono portato dietro per tutta la vita e in questo periodo di antipolitica era necessario riscoprire un uomo che ha incarnato, pur tra errori e sconfitte, un’idea di politica come passione, tormento ideale, modo per trasformare il mondo”. A parlare in modo così reverenziale verso Ingrao è il giornalista e regista ferrarese Filippo Vendemmiati che, dopo “E’stato morto un ragazzo” sulla non accidentale morte del giovane Federico Aldrovandi, ha realizzato “Non mi avete convinto”, film presentato all’ultimo Festival di Venezia e che domani viene proiettato alla Terrazza Lanfranchi della città dei Sassi. Non un piatto documentario biografico, ma un’intervista, un racconto in prima persona in cui lo stesso Ingrao ripercorre la sua vita dedicata alla politica. Politica che è stata per lui non un mestiere, ma, innanzitutto, il percorso di una passione tenace per cambiare i destini degli uomini. Una passione segnata da tante battaglie e pure da dure sconfitte, e la cui fiamma è ancora oggi viva, nonostante l’ età molto avanzata. Partigiano e giornalista, poeta e storico, direttore dell’Unità dal 1947 al 1957, Presidente della Camera dei Deputati dal 1976 al 1979, Pietro Ingrao è nato a Lenola, in provincia di Latina, nel 1915 ed è stato il leader dell’ala movimentista del vecchio Pci. Nel 1991 si oppose alla svolta della Bolognina voluta da Achille Occhetto, ma aderì comunque al Partito Democratico di Sinistra coordinando l’area dei Comunisti Democratici. Negli anni recenti è stato vicino a Rifondazione Comunista e in ultimo ha sostenuto Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola. Nel film di Federico Vendemmiati viene fuori anche un Pietro Ingrao ancorato alle muse della poesia e del cinema (di cui si chiede “come mai questo strumento è diventato talmente penetrante e trascinante che entrato dentro la rete delle relazioni umane”), ed alla convinzione che la cultura che non possa essere separata dalla buona politica. Sullo schermo la voce del vecchio comunista è flebile, ma ha conserva lo spirito di chi vuol interrogarsi sulle condizioni di questo tempo non rassicurante. Viene fuori dal colloquio con Vendemmiati altresì il Pietro Ingrao che ci ricorda che oggi non basta indignarsi, “ma bisogna costruire una relazione condivisa, attiva che poi la puoi chiamare movimento o partito o in un altro modo”. Un vecchio maestro con il suo vissuto di esperienze, con la sua saggezza, con la sua storia che poi anche quella di tanti militanti, questo è il Pietro Ingrao che si racconta davanti alla video-camera, il passionale dirigente del Pci che all’undicesimo congresso del partito, tenuto nel 1983, volle rompere con il centralismo democratico e se uscì con la frase (titolo del documentario) “Non mi avete convinto”, generando forti consensi tra la platea e nessuna stretta di mano dai dirigenti seduti al tavolo della presidenza. La colonna sonora del lavoro di Vendemmiati è curata dai Tetes de bois, la band rock-folk romana che dopo la proiezione, sempre alla Terrazza Lanfranchi, si esibirà in un concerto.