Ma davvero alla Vigilia di Natale non c’era nessuno a sorvegliare il prezioso TMB1 di Malagrotta, cioè il principale impianto per lo smaltimento dei rifiuti di Roma? A far girare l’ipotesi, che sarebbe gravissima visti gli incendi degli anni scorsi negli altri stabilimenti della Capitale, è il costruttore della struttura, Manlio Cerroni, per decenni monopolista della gestione dei rifiuti a Roma e poi estromesso dal controllo della sua stessa struttura, finita al centro di più inchieste della magistratura.
Dalle 13 in poi del 24 dicembre, afferma Cerroni, pare che nessuno presidiasse l’impianto che è andato in fiamme, regalando un Natale di grande preoccupazione per i possibili veleni sprigionati dal rogo. Allarme poi rientrato dal punto di vista sanitario, ma che resta in pieno dal punto di vista del trattamento dei rifiuti della città, che dovranno essere dirottati altrove. Per Cerroni ci sarebbero delle precise responsabilità da parte del commissario straordinario nominato dal tribunale, e tra le colpe più gravi cita il mancato intervento dell’Astra, il potente automezzo specializzato nello spegnere i princìpi di incendio possibili in una fossa di stoccaggio di rifiuti indifferenziati, come accadde nel maggio del 2017.
Così, a diciotto mesi dal rogo che il 15 giugno 2022 distrusse il TMB2 e danneggiato il vicino gassificatore di Malagrotta, Roma si ritrova in un’altra emergenza ambientale, sulla quale la Procura ha appena aperto un fascicolo di indagine per incendio doloso. Il procedimento, coordinato dal pm Giovanni Conzo arriva in seguito alle osservazioni fatte dal Vigili del Fuoco nel loro rapporto sul rogo di domenica scorsa. Per questo sarebbero stata già sequestrate le telecamere di sorveglianza della struttura e disposti specifici accertamenti tecnici.