Offesa, derisa, addirittura diventata oggetto di mozioni di sfiducia. Tutto perché ritenuta da tanti, commentatori e non, politici e non, inadatta e inadeguata. Non all’altezza del ruolo che rivestiva. Lei, che di nome fa Lucia Azzolina e che di lavoro fa il ministro dell’Istruzione ha preferito restare in silenzio. O, meglio, ha preferito andare in Tv e rilasciare interviste per spiegare il piano del governo anti-Covid per le scuole, ma tralasciando sempre e puntualmente le tante accuse che le sono state rivolte.
Oggi, a distanza di settimane, ha raggiunto due obiettivi. O, meglio, ha dato due lezioni: innanzitutto di stile, considerando le offese gratuite di cui è stata fatta oggetto a partire da Matteo Salvini. E allo stesso Salvini ha dato anche una lezione politica. Perché nei numeri non si può dire che la Azzolina abbia fallito: secondo i dati diffusi ieri dal ministero in Italia nelle scuole sono state distribuite 135.705.019 mascherine. Un numero impressionante e doveroso vista l’emergenza.
Un grande traguardo, raggiunto anche insieme al commissario Domenico Arcuri. Ma c’è di più. Nel dossier – i cui numeri verranno aggiornati ogni due giorni – ci sono anche i dati regione per regione. Al primo posto svetta la Lombardia, altro dato inevitabile considerando che è il territorio che ha pagato il prezzo più alto: solo nella regione di Attilio Fontana ne sono state distribuite oltre 24 milioni. Seguono Lazio (oltre 15 milioni) e Campania (poco meno di 13). Via via tutti gli altri territori. La maggior parte dei dispositivi di sicurezza sono andati agli adulti e, dunque, a insegnanti e personale scolastico.
Di 135 milioni, a loro sono andate oltre 114 milioni. Il risultato di questo sforzo è una media giornaliera di distribuzione spaventosa: 9.522.562. Ci sono, poi, le cosiddette “mascherine baby”: in totale ne sono state distribuite 21.433.474, con una media giornaliera di 1.786.123. Insomma considerando il dato nel complesso, ogni giorno sono state distribuite in media 11.308.685 mascherine; 471mila ogni ora; 7.853 ogni minuto. 130 al secondo. Un dato a dir poco clamoroso dinanzi al quale neanche i più agguerriti oppositori possono dir nulla.
Eppure restano gli insulti a dir poco pesanti delle settimane scorse. Non si può dimenticare, tanto per dire, che Salvini in un comizio ha parlato di aule-lager mentre in un altro ha detto che la ministra “nel cervello ha le rotelle al posto dei neuroni”. E, ancora, sempre il Capitano pochi giorni fa ha dichiarato che “la Azzolina deve andare a casa, le diamo un banco a rotelle per fare un giro in Piazza del Campo” o che, ancora, “averle affidato la scuola è un delitto”. Frasi che non sono semplici critiche, ma travalicano il confine dell’agone politico. La Azzolina gli ha dato una lezione. Il punto è capire se è arrivata a destinazione.