Arrivano i missili Glsdb. Gli Stati Uniti si preparano ad inviare in Ucraina un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2 miliardi di dollari che prevede la fornitura di missili a più lungo raggio. Si tratta dei Ground Launched Small Diameter Bombs (Glsdb), razzi a guida Gps prodotti da Boeing e Saab che possono colpire obiettivi a più di 150 chilometri di distanza.
Gli Usa si preparano ad inviare in Ucraina un nuovo pacchetto di aiuti militari da 2 miliardi che comprende i missili Glsdb
I missili Glsdb hanno una portata quasi doppia rispetto agli 80 chilometri dei razzi lanciati dai sistemi Himars finora forniti da Washington a Kiev. Questo, secondo gli esperti, potrebbe significare che ogni centimetro dei territori ucraini occupati dai russi, a parte la Crimea, potrebbero essere presto nel raggio delle forze di Kiev, costringendo Mosca a spostare alcuni depositi di munizioni e carburante in Russia.
Cremlino: “Non cambierà il corso degli eventi, le operazioni militari speciali continueranno”
Le nuove forniture americane all’Ucraina, compresi eventuali missili a lungo raggio Glsdb, “comporterebbe per noi ulteriori sforzi”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, “ma non cambierà il corso degli eventi, le operazioni militari speciali continueranno”.
“L’obiettivo principale” della Russia, ha sottolineato ancora Peskov citato dall’agenzia russa Ria Novosti, rimane “il raggiungimento degli obiettivi” stabiliti dal presidente Vladimir Putin per l’operazione militare speciale in Ucraina.
Mosca avverte anche Israele. Anche Netanyahu sta valutando l’invio di armi a Zelensky
La Russia, intanto, mette in guardia anche Israele. Dopo che il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annunciato che sta “esaminando la questione” dell’invio di armi a Kiev, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato: “Quando si tratta di forniture di armi (all’Ucraina), non classifichiamo i Paesi in base alla geografia. Diciamo che tutti i Paesi che consegnano armi devono capire che considereremo (queste armi) come obiettivi legittimi per le forze armate russe”.
“Se richiesto da tutte le parti rilevanti – ha detto in una intervista alla Cnn Netanyahu – certamente lo considererò ma non mi sto proponendo”. Poi il premier israeliano ha aggiunto che ci devono essere “tempi giusti e giuste circostanze” e rivelato di essere stato contattato come mediatore lo scorso febbraio, subito dopo l’invasione russa ma di aver declinato. “Ho una regola – ha detto -: un primo ministro alla volta”.