La situazione a Gaza è “apocalittica”: non ha mezzi termini il sottosegretario generale dell’Onu per gli Affari umanitari, Martin Griffiths. Che descrive la Strisca devasta dalla guerra, con i civili costretti a fare “una scelta impossibile dopo l’altra”, in un territorio in cui “nessun luogo è sicuro” e nessuna persona “è al sicuro”.
Nel suo messaggio pubblicato su X (ex Twitter) si legge: “Ogni volta che pensiamo che le cose non possano diventare più apocalittiche a Gaza, lo diventano. Alle persone viene ordinato di spostarsi di nuovo, con poco con cui sopravvivere, costrette a fare una scelta impossibile dopo l’altra. Nessun luogo sicuro è sicuro a Gaza. Né gli ospedali, né i rifugi, né i campi profughi. Nessuno è al sicuro. Né i bambini, né gli operatori sanitari, né gli (operatori) umanitari”. Da queste parole non può che nascere un appello: “Tale palese disprezzo per l’umanità fondamentale deve finire, i combattimenti devono cessare”.
I combattimenti nella Striscia di Gaza
I combattimenti, però, nel frattempo non si fermano. Un palestinese è stato ucciso durante un’operazione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Qalandya, in Cisgiordania: la vittima è un giovane di 25 anni. E “le forze di occupazione hanno arrestato il fratello”, come comunica l’agenzia Wafa. L’esercito israeliano ha anche annunciato la morte in combattimento a Gaza di altri tre soldati, così il totale dall’inizio delle operazioni di terra nella Striscia sale a quota 78.